Dal lat.
russus, corradicale di
rubeus 'rosso' (cfr. DELI 2 s.v.
rosso). Il termine assume sfumature cromatiche diverse a seconda dei contesti in cui è inserito. È causato dal sangue il colore del fiume Arbia, dopo la battaglia di Montaperti (1260), e del Flegetonte, in cui sono immersi i violenti contro il prossimo (
Inf. 10.86; 14.134). Una tonalità intensa caratterizza lo sfondo dello stemma di famiglia degli Obriachi, che contrasta con il bianco colore di
un'oca bianca più che burro (
Inf. 17.63) che vi è disegnata (
Inf. 17.62). È provocato dal
fuoco etterno (
Inf. 8.72) il rosso delle mura della città di Dite (
Inf. 8.74). Allude al colore assunto durante la fusione da
vetri o metalli [...]
lucenti e
rossi l'occ. di
Purg. 24.138, con riferimento al volto (
aspetto 24.142) dell'angelo (
un 24.139) che in quel momento si manifesta. È espressione prop. di carità l’agg.
rosso nella descrizione delle anime che sono infiammate dall'amore di Dio (
Purg. 29.122). Più problematico è stabilire quale sia l’impiego dell’agg.
rosso in
Par. 17.66: «Quasi tutti i commentatori antichi, dal Lana al Buti, poi il Vellutello, il Venturi, ecc. intendono ‘rossa di vergogna’ preferendo un’interpretazione moralistica» (ED, s.v.
rosso). «Alcuni moderni, sulle orme di Benvenuto, interpretano il colore come allusione alla sanguinosa sconfitta alla Lastra subita dai fuorusciti fiorentini (1304): per es. Tommaseo, Del Lungo, Sapegno. Altri restano incerti fra le due ipotesi, o pensano che D. possa riferirsi contemporaneamente sia al r. della vergogna che al r. del sangue (Pietrobono, Steiner, Porena, Chimenz)» (ancora
ED,
ibidem; cfr. anche Benvenuto da Imola: «quia destruetur, et luet poenas dignas»). Decisivo è il seguente riscontro testuale, che rimanda al sangue fraterno versato nella battaglia della Lastra (1304): «la terna dei rimanti [scempia : empia : tempia] rinvia chiaramente a Inf. 10.83-87, ossia all’Arbia “colorata in rosso”» (cfr. Inglese,
ad l.; e Chiavacci Leonardi,
ad l.). L'agg.
rosso occorre anche nel
Convivio, rif. alla
meliga, 'saggina' (
Conv., 4.29.11; vd. anche TLIO s.v.
mèlica). Preceduto dal sost.
Mar l’agg. costituisce un toponimo (
Inf. 24.90) che indica «la penisola arabica (che è sopra al Mar Rosso nelle carte geografiche orientate con l’Est in alto vd.
Inf. 16.94-102n» (Bellomo,
ad l.; e Inglese,
ad. l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 19.03.2021.
Data ultima revisione: 11.06.2021.