Dal lat.
hirundo (DELI 2 s.v.
rondine), dimin. di
rondine con suff. -
ella di valore affettivo (cfr. Grossman-Rainer,
La formazione delle parole, pp. 276-277), il sost., oltre che in Dante - dove è
hapax - e nei suoi commentatori, è presente solo, in prima att., nell'
Intelligenza (cfr. TLIO s.v.
rondinella). Il passo dantesco allude al mito delle due sorelle Procne e Filomena, spesso narrato o citato nella trad. classica (in partic. da Ovidio,
Met. VI, 421, ma anche da Virgilio,
Ecl. VI 78-81 e
Georg. IV 511-5); per Dante a essere mutata in rondine fu l’innocente e “sciagurata” Filomena, vittima dello stupro e della mutilazione da parte del cognato Tereo, mentre Procne, che per empia vendetta uccise e cucinò per il marito il figlioletto Iti, divenne usignolo (cfr.
Purg. 17.19-20: «De l’empiezza di lei che mutò forma / ne l’uccel ch’a cantar più si diletta»). La corrispondenza dantesca si trova ad es. nel commento di Servio al citato passo delle
Georgiche (cfr. Inglese,
ad l.) e tra gli antichi commentatori è raccolta dal solo Anonimo Lombardo, mentre generalmente condivisa risulta quella inversa, con Procne rondine e Filomena usignolo. L’immagine della rondine che emette «i tristi lai» («tristes versus et lamentationes», Benvenuto da Imola,
ad l.; vd.
lai) può essere contestualizzata nell’ambito purgatoriale dall’associazione, diffusa nel medioevo, tra il caratteristico garrito dell’uccello e il lamento penitenziale (cfr., ad es., Rabano Mauro,
De Universo, PL 111.252: «hirundo poenitentium pro peccatis suis typum tenet, quae stridere vocis ploratum magis quam melodiam sonat» (cit. in Inglese,
ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 11.01.2022.
Data ultima revisione: 02.02.2023.