Vocabolario Dantesco
pedagogo s.m.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia pedagogo Purg. 12.3 (:).
Latinismo di origine greca da paedagogus: «qui sequitur puerum studentem, scilicet cui parvulus assignatur» (Cecchini, Uguccione, p. 918). Il pedagogo nell'antichità classica è la persona cui è affidata l'educazione dei fanciulli (infatti il sost. ricorre nei volgarizzamenti latini). Nella Commedia, il vocabolo ricorre una sola volta, in rima con giogo (vd.), ed è usato estens. per indicare Virgilio, guida e maestro di Dante («pedagogo propriamente è nome di maestro e specialmente nelle basse scienzie», chiosa Iacomo della Lana, ad l.). Ad eccezione dei commentatori, pedagogo ricorre poi con questo signif. estens. in Serdini, Rime, ancora in rima con giogo (cfr. TLIO s.v. pedagogo e Corpus LirIO) e, fuori rima, nel sonetto di Quirini contro Cecco d'Ascoli, Com’egli errò, dove sono rif. (al v. 6) a Dante gli appellativi di pedagogo e maestro, che nel poema sono rif. a Virgilio.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 12.06.2021.
1 Persona che ha il ruolo di guida intellettuale e spirituale (estens.).
[1] Purg. 12.3: Di pari, come buoi che vanno a giogo, / m'andava io con quell' anima carca, / fin che 'l sofferse il dolce pedagogo.