Vocabolario Dantesco
orza s.f.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia orza Purg. 32.117 (:).
Per or da poggia or da orza vd. anche poggia s.f..

D'etimo incerto, forse riconducibile a una forma lat. volg. *orthia (a sua volta dal gr. orthia, femm. sost. di orthios 'diritto'); per la discussione vd. DELI 2 e Nocentini s.v. orza. Sulla base dell'etimo proposto e della posizione di rima con scorza e forza, la voce doveva avere all'epoca l'affricata alveolare sorda; sulla posteriorità della pronuncia con la sonora, dovuta presumibilmente all'influsso di orzo, vd. DOP s.v. orza. Il termine indica propr. il 'cavo fissato alla trozza dell'antenna per portare la vela dal lato di sopravvento' e, con tale accezione tecnica, orza è att. in volg. sin dal 1309 (vd. TLIO s.v. orza). Nell'immagine dantesca della Chiesa in balìa di un fortunale, invece, il sost. identifica sinedd. l'intero lato sopravvento dell'imbarcazione, così come poggia (vd.) quello sottovento. Un uso simile è doc., dopo Dante, nelle Rime del Sacchetti (cfr. TLIO s.v. orza).
Locuz. e fras. Vd. poggia.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 26.02.2020.
Data ultima revisione: 02.03.2020.
1 [Mar.] Lato sopravvento di un'imbarcazione (sinedd.). Or da poggia, or da orza: da entrambi i lati dell'imbarcazione, in modo alterno.
[1] Purg. 32.117: e ferì [[scil. l'uccel di Giove]] 'l carro di tutta sua forza; / ond' el piegò come nave in fortuna, / vinta da l'onda, or da poggia, or da orza.