Vocabolario Dantesco
litterato s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Altre opere10 (1 Vn., 9 Conv.).
1 (1 Fiore).
Commedia litterati Inf. 15.107.
Altre opere litterati Vn 25.3, Conv. 1.7.12 (5), 1.9.2, 1.9.3, 1.9.5; litterato Conv. 1.9.9.
litterato Fiore 92.6 (:).
Inf. 15.107: allecterati Co.
Dal lat. litteratus 'uomo di lettere' (DELI 2 s.v. lettera), a sua volta da littera (vd. lettera). In it. antico è att. già come sost. dagli inizi del sec. XIII (TLIO s.v. letterato). Nel poema, il vocabolo, dalla forma latineggiante litterati, è impiegato da Dante solo in Inf. 15.107 per indicare 'gli uomini di cultura, i dotti' («scienziati» per Boccaccio, ad l.): la schiera dei sodomiti, cui appartengono, è connotata professionalmente da «cherci e litterati grandi, cioè religiosi e intellettuali legati all'insegnamento (vv. 106-7n), indotti più facilmente di altri a pratiche omosessuali, o più probabilmente pederastiche, a causa della loro impossibilità ad accedere al matrimonio (che si riteneva fosse remedium concupiscentiae) o alla loro promiscuità con i giovani allievi» (Bellomo, Introduzione al canto XV, p. 236). Lo stesso signif. ha l'occ. di Fiore 92.6 («Che sed e' vien alcun gra· litterato / Che voglia discovrir il mi' peccato») e, tra le altre att., litterati si riferisce partic. alla conoscenza del lat. in Conv. 1.7.12, 1.9.2 («litterati fuor di lingua italica») rispetto ai non litterati (Conv. 1.7.12, 1.9.5), detto di 'chi non intende né adopera il latino'. In Vn 25.3 occorre unicamente come agg. («litterati poete»), con rif. alla lingua greca.
Varianti.  La var. di Co allecterati, se non dovuta a un banale scambio grafico tra e («e litterati») e a nella scrizione prefissale a-, ha valore agg. rif. a cherci: la lez., altrimenti non presente in Dante, è att. dal 1309 sia come agg. sia come sost. col signif. di 'dotto, istruito' (cfr. TLIO s.v. alletterato).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2022.
1 Persona colta che sa intendere o comporre testi scritti, dotto.
[1] Inf. 15.107: In somma sappi che tutti fur cherci / e litterati grandi e di gran fama, / d'un peccato medesmo al mondo lerci. ||  Var.: allecterati Co.