Vocabolario Dantesco
fiume s.m.
Commedia 24 (6 Inf., 15 Purg., 3 Par.).
Altre opere8 (1 Vn., 3 Conv., 4 Rime).
Commedia fiume Inf. 1.80 (:), 3.71 (:), 3.81, 16.94, 20.75, 23.95, Purg. 1.40 (:), 1.88, 5.122, 13.90 (:), 14.60, 28.62 (:), 28.70, 28.123, 29.7, 29.71, 31.1, 31.94, 32.84, Par. 1.80 (:), 20.19 (:), 30.76; fiumi Purg. 14.36, 22.88 (:).
Altre opere fiume Vn 9.4, Conv. 4.10.12, 4.13.16, 4.15.8, Rime 13.46, 15.62, 99.3; fiumi Rime 7.31.
Cieco fiume 1.2, fiume de la mente 3.1, fiume di parlar 3, fiume real 1.1.1.
Dal lat. flumen (DELI 2 s.v. fiume; cfr. Isidoro, Etimol., I.29.1), da cui anche il più raro fiumana (s.v.). Il vocabolo è att. in volg. precocemente, dalla fine del sec. XII nel Ritmo bellun. col signif. più frequente di 'corso d'acqua continuo, con portata pressoché costante', e risulta presto diffuso anche con valori estens. e fig. che alludono all'incessante fluire di liquidi e all'abbondanza di qsa (cfr. TLIO s.v. fiume). Nel poema il sost. è usato per lo più in senso propr., con specifico rif. all'Arno (Inf. 23.9, Purg. 14.60) o con richiamo all'idrografia fluviale del mondo ultraterreno. In quest'ultimo caso il rif. è all'Acheronte (Inf. 3.71 e 81, Purg. 1.88), il primo dei fiumi infernali, definito «mal fiume» (cfr. ED s.v. Acheronte; Pirovano, Idrografia dantesca), e al Lete (Purg. 28.62 e 70, 29.7 e 71, 31.1 e 94, 32.84), uno dei due fiumi del Paradiso terrestre (cfr. ED s.v. Lete), «che è fiume d'oblivione de' malvasi atti» (Iacopo della Lana). A Par. 30.76 il vocabolo è adattato in ambito mistico a raffigurare un grande flusso di luce – il «lume in forma di rivera» (v. 61) – costituito dai beati, che sono «faville vive» (v. 64): un'immagine d'ispirazione classica e scritturale (es. Apoc. 22,1), nota prob. anche tramite Bonav., Comm. in Apoc., II, 1001: «Flumen aeternae gloriae est flumen Dei, plenum congregatione sanctorum». Nel resto dell'opera dantesca da segnalare l'uso metaf. in Conv. 4.10.12 e 4.13.16, dove si ritrova il concetto (espresso in entrambi i casi con parole simili) che «le divizie siano fiume corrente di lungi dalla diritta torre della ragione o vero di nobilitade» (cit. da Conv. 4.13.16). L'espressione proverbiale «ritorneranno i fiumi a' colli» di Rime 7.31 indica l'impossibilità di un evento.
Locuz. e fras. L'espressione fiume real (Purg. 5.122), att. per la prima volta in Dante e richiamata da Giovanni Villani (con riprese sette-ottocentesche, cfr. GDLI s.v. fiume), indica il corso d'acqua principale che con i suoi affluenti sfocia in mare, come chiosa Francesco da Buti: «chiamano li Poeti fiumi reali quelli che fanno capo in mare, come fa l'Arno [...] et in esso intrano poi molti altri fiumi li quali li autori chiamano fiumi populari». A Purg. 1.40 il sost. assume il signif. estens. di 'piccolo ruscello' nel sintagma cieco fiume, a intendere il ruscelletto sotterraneo di Inf. 34.130, formato dallo scarico del fiume Lete, che dal Purgatorio scorre nella «natural burella» (vd. burella a Inf. 34.98) fino all'Inferno. Alcuni commentatori lo identificano col Cocito infernale (Lancia, Chiose Purg., Anonimo fior.), «ma Cocito è una palude, meno ancora definibile fiume» (Bellomo, ad l.). L'espressione di Inf. 1.80, fiume di parlar, indica la profusione di eloquenza rif. a Virgilio (Boccaccio: «amplitudine della sua facundia»; Benvenuto da Imola: «abundantissimam copiam eloquii»), secondo un topos della trad. classica (cfr. TLL s.v. flumen, 6, 1.967.4-34; OLD s.v., § 3) che in volg. non ha precedenti. Dopo Dante l'immagine – ancora oggi in uso (cfr. GRADIT s.v., es. fiumi di parole) – si trova in Buccio di Ranallo, S. Caterina (cfr. TLIO s.v., § 3.2) e, oltre che nel Buti, nell'analoga frase «d'alta eloquetia sì soavi fiumi» in Petrarca, Canzoniere, 258.4. A Purg. 13.90 fiume de la mente è una costruzione fig. esclusiva del poema, con cui si intende l''intelletto' degli spiriti invidiosi che, purificato, può tendere a Dio (cfr. Inglese [ed. comm.], ad l.). Il sintagma è stato anche inteso dall'esegesi più antica come «gratia divinae mentis» (Benvenuto da Imola, ad l.) o dalla maggior parte dei moderni come «fiume della memoria», con allusione al Lete che cancella il ricordo dei peccati.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 09.11.2023.
1 Corso d'acqua continuo, con portata pressoché costante.
[1] Inf. 16.94: Come quel fiume c'ha proprio cammino / prima dal Monte Viso 'nver' levante, / da la sinistra costa d'Apennino, / che si chiama Acquacheta suso, avante / che si divalli giù nel basso letto...
[2] Inf. 20.75: Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che 'n grembo a Benaco star non può, / e fassi fiume giù per verdi paschi. 
[3] Purg. 14.36: ché dal principio suo, ov' è sì pregno / l'alpestro monte ond' è tronco Peloro, / che 'n pochi luoghi passa oltra quel segno, / infin là 've si rende per ristoro / di quel che 'l ciel de la marina asciuga, / ond' hanno i fiumi ciò che va con loro...
[4] Purg. 22.88: E pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi / di Tebe poetando, ebb' io battesmo; / ma per paura chiuso cristian fu'mi, / lungamente mostrando paganesmo...
[5] Purg. 28.123: L'acqua che vedi non surge di vena / che ristori vapor che gel converta, / come fiume ch'acquista e perde lena...
[6] Par. 1.80: parvemi tanto allor del cielo acceso / de la fiamma del sol, che pioggia o fiume / lago non fece alcun tanto disteso.
[7] Par. 20.19: udir mi parve un mormorar di fiume / che scende chiaro giù di pietra in pietra, / mostrando l'ubertà del suo cacume.
[Con rif. ai fiumi dell'oltretomba (partic. l'Acheronte e il Lete].
[8] Inf. 3.71: E poi ch'a riguardar oltre mi diedi, / vidi genti a la riva d'un gran fiume...
[9] Inf. 3.81: Allor con li occhi vergognosi e bassi, / temendo no 'l mio dir li fosse grave, / infino al fiume del parlar mi trassi. 
[10] Purg. 1.88: Or che di là dal mal fiume dimora, / più muover non mi può, per quella legge / che fatta fu quando me n'usci' fora. 
[11] Purg. 28.62: Tosto che fu là dove l'erbe sono / bagnate già da l'onde del bel fiume, / di levar li occhi suoi mi fece dono. 
[12] Purg. 28.70: Tre passi ci facea il fiume lontani; / ma Elesponto, là 've passò Serse, / ancora freno a tutti orgogli umani, / più odio da Leandro non sofferse...
[13] Purg. 29.7: E come ninfe che si givan sole / per le salvatiche ombre, disïando / qual di veder, qual di fuggir lo sole, / allor si mosse contra 'l fiume...
[14] Purg. 29.71: Quand' io da la mia riva ebbi tal posta, / che solo il fiume mi facea distante, / per veder meglio ai passi diedi sosta...
[15] Purg. 31.1: «O tu che sè di là dal fiume sacro», / volgendo suo parlare a me per punta, / che pur per taglio m'era paruto acro, / ricominciò...
[16] Purg. 31.94: Tratto m'avea nel fiume infin la gola, / e tirandosi me dietro sen giva / sovresso l'acqua lieve come scola. 
[17] Purg. 32.84: tal torna' io, e vidi quella pia / sovra me starsi che conducitrice / fu de' miei passi lungo 'l fiume pria. 
1.1 [Con rif. all'Arno (anche col nome cit.)].
[1] Inf. 23.95: E io a loro: «I' fui nato e cresciuto / sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa, / e son col corpo ch'i' ho sempre avuto. 
[2] Purg. 14.60: Io veggio tuo nepote che diventa / cacciator di quei lupi in su la riva / del fiero fiume, e tutti li sgomenta. 
1.1.1 Fiume real: corso d'acqua principale che sbocca in mare.
[1] Purg. 5.122: la pioggia cadde, e a' fossati venne / di lei ciò che la terra non sofferse; / e come ai rivi grandi si convenne, / ver' lo fiume real tanto veloce / si ruinò, che nulla la ritenne. 
1.2 Piccolo corso d'acqua di scarsa portata (estens.). Cieco fiume: ruscelletto che scorre sotto il livello del suolo (con rif. allo scarico delle acque del Lete).
[1] Purg. 1.40: «Chi siete voi che contro al cieco fiume / fuggita avete la pregione etterna?», / diss' el, movendo quelle oneste piume. 
2 Grande flusso di luce (costituito dai beati) (fig.).
[1] Par. 30.76: Anche soggiunse: «Il fiume e li topazi / ch'entrano ed escono e 'l rider de l'erbe / son di lor vero umbriferi prefazi. 
3 Fiume di parlar: profusione di eloquenza (fig.).
[1] Inf. 1.80: «Or sè tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume?», / rispuos' io lui con vergognosa fronte. 
3.1 Fiume de la mente: facoltà dell'intelletto (fig.).
[1] Purg. 13.90: Volsimi a loro e: «O gente sicura», / incominciai, «di veder l'alto lume / che 'l disio vostro solo ha in sua cura, / se tosto grazia resolva le schiume / di vostra coscïenza sì che chiaro / per essa scenda de la mente il fiume, / ditemi, ché mi fia grazioso e caro, / s'anima è qui tra voi che sia latina...