Commedia |
fertile Par. 11.45. |
Prima att.
Latinismo da
fertilis (DELI 2 s.v.
fertile). Nella
Commedia ricorre nel canto di san Francesco così come il sinon. (con uso fig.)
ferace (vd.), altro latinismo mai att. in volg. prima di Dante.
Fertile potrebbe essere entrato in it. proprio grazie a Dante (cfr. Baldelli,
Lingua e stile, p. 100, e Id.,
Il canto XI, pp. 140-141). Id.,
Dai siciliani, p. 606, afferma che, nel caso di
fertile e
ferace, «è […] difficile indicare […] se […] si tratti di latinismi più propriamente classici o scritturali». Sono notevoli a tal proposito le osservazioni di Nencioni,
Note dantesche, pp. 28-29, che indica come possibili fonti di
Par. 11.45, oltre l’anonima
Legenda versificata S. Clarae, V, 14, la
Legenda S. Francisci versificata di Enrico D’Avranches, I, 29-30: «fertilis Asisii tellus generosaque vitis» e «Assisium … pendet oliviferae connexa cacumine rupis» (cfr.
Fontes Franciscani, pp. 1132 e 2352). Il termine è att. dopo Dante soprattutto nei commentatori e, entro la prima metà del Trecento, in alcuni testi volgarizzati (per es.
Metaura volg. e
Palladio volg.; cfr. TLIO s.v.
fertile). Una ricerca del lat.
fertilis nel
Corpus CLaVo permette di osservare che il tosc. trecentesco volgarizzava tale agg. per lo più con
abbondevole,
fruttifero (una situazione simile si riscontra per
ferace, vd.). Nella
Commedia Dante utilizza anche l’avv., mai att. precedentemente,
fertilemente (vd.).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 19.10.2017.
Data ultima revisione: 04.05.2018.