Vocabolario Dantesco
fertilemente avv.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia fertilemente Par. 21.119.
Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Deriva dal latinismo fertile (vd.), che in it. antico ricorre per la prima volta in Par. 11.45. Trattandosi l'avv. di una composizione in -mente da agg. in -le accentato di terzultima, la mancata sincope della e atona, fenomeno non regolare nella poesia già del sec. XIII a causa delle esigenze di metro, è conforme a ciò che si riscontra con regolarità nella prosa del tempo di Dante (cfr. Ambrosini in ED, Appendice, s.v. fenomeni generali, pp. 127-128, e s.v. avverbio, pp. 209-211; e Castellani, Una particolarità, in partic., per Dante, le pp. 276-279). Nelle parole di san Pier Damiano, l’uso di fertilemente, in unione con rendere (vd.), assimila il «chiostro» di Fonte Avellana a un “podere” che è stato capace di fornire al Paradiso anime in abbondanza. Un lessico simile si ritrova in alcuni passi della regola dell’eremo benedettino, scritta da san Pier Damiano stesso: «[...] in conventu non multorum sed bonorum, quos michi non necesse sit ad patriam redeundo praecedere, sed gaudendum est [...], ut fructum, qui nequaquam michi ex spatiosa terra colligitur, uberius videatur angustae fertilitatis recompensare proventus»; «Absit, ut divini census obsequii vestro tempore videatur imminui, qui Deo ex huius loci redditu solebat ante persolvi» (san Pier Damiano, Opuscolum XIV, coll. 329D e 334A; riguardo al secondo luogo cfr. almeno il commento di Fallani a Par. 21.119).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 19.10.2017.
Data ultima revisione: 04.05.2018.
1 In grande quantità, in abbondanza (in contesto fig.).
[1] Par. 21.119: Render solea quel chiostro a questi cieli / fertilemente; e ora è fatto vano, / sì che tosto convien che si riveli.