Commedia |
alabastro Par. 15.24 (:). |
Il termine, dal lat.
alabastrum (LEI s.v., 1, 1419.13), è att. in volg. sin dalla fine del sec. XIII (la prima occ., nella forma
allabastro, è in un volgarizzamento anonimo di area fior. dell’
Antidotarium Nicolai; cfr.
Corpus OVI). Come rilevano i commentatori, l’
alabastro «è spezie di marmo bianchissimo e purissimo; e, posto dentro in uno vasello d’alabastro uno lume, riluce come una lanterna d'osso» (
Francesco da Buti,
ad l.). Nel passo dantesco, il termine s’inserisce con coerenza nella preziosa similitudine che descrive l’apparizione dell’anima – «la gemma» (v. 22) – dell’avo Cacciaguida.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 25.09.2017.
Data ultima revisione: 11.05.2018.