Vocabolario Dantesco
dirocciare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia diroccia Inf. 14.115 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Infatti è att., con uso ass., nell'Ottimo (cfr. TLIO s.v. dirocciare). L'etimo è incerto: il verbo potrebbe essere un parasinteto da roccia (vd.), con il pref. di-, a indicare un movimento dall'alto verso il basso, o un prestito dal fr. de(s)roch(i)er, nel senso di 'cadere (da una roccia o da un luogo elevato)', come propone Viel (I gallicismi, pp. 248-249). Tuttavia, diversamente da quel che accade per divallare (vd.), in fr. il verbo corrispondente, di cui in antico si registrano anche occ. latinizzate, non è mai attestato con rif. all'acqua, come invece accade in Dante (per il fr. antico, cfr. Godefroy s.v. desrochier e FEW s.v. *rocca, 10, 436a-438a; per il lat. mediev., cfr. Du Cange s.v. derochare). Inoltre, Di Pretoro (Innovazioni lessicali, p. 12) si spinge ad affermare che «potrebbe essere voce di conio dantesco, sul modello di diruparsi» (cfr. TLIO s.v. dirupare), pur rammentando il corrispondente verbo fr. Per comprendere la sua interpretazione, si osservi che dirocciare è utilizzato con rif. al percorso dell'acqua proveniente dalle lacrime del Veglio di Creta (vd. corso e cfr. ED s.v. Veglio di Creta), ad indicare il suo 'procedere verso il basso' (cfr., per es., Maramauro: «idest discende infin al piano»), ma è difficile capire se possa alludere più marcatamente al suo procedere 'a precipizio', come alcuni commenti moderni spiegano (per es. Casini-Barbi), forse a partire da glosse come quella di  Boccaccio («cioè va cadendo di roccia in roccia, cioè di balzo in balzo, per li quali di cerchio in cerchio [[...]] si discende al profondo dello 'nferno»). Quel che pare semanticamente più prudente è pensare che il verbo alluda semplicemente allo svilupparsi del percorso seguito dall'acqua lungo una pendenza che si sviluppa per un un terreno roccioso, qualunque conformazione essa abbia. A tal proposito, è interessante anche l'interpretazione di Benvenuto da Imola, che, nella sua glossa («idest derivat per diversos alveos»), sembrerebbe alludere al 'riunirsi in seguito al passaggio per diversi percorsi (obbligati dalle rocce)' delle lacrime del Veglio di Creta. Tuttavia, per la questione se nell'Inferno le lacrime del Veglio di Creta creino corsi d'acqua separati o ne creino uno solo che assume via via aspetti diversi, si rinvia alla voce fiume e a ED s.v. fiume (§ Fiumi dell'Inferno e del Purgatorio). Per il raro uso del verbo dal sec. XVI in poi vd. Artale-Coluccia, La diacronia prospettica, pp. 61-62.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 31.01.2020.
Data ultima revisione: 27.02.2020.
1 Pron. [Detto di un percorso seguìto dall'acqua:] procedere verso il basso adattandosi alle varie conformazioni di un terreno roccioso.
[1] Inf. 14.115: Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta / d'una fessura che lagrime goccia, / le quali, accolte, fóran quella grotta. / Lor corso in questa valle si diroccia; / fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; / poi sen van giù per questa stretta doccia, / infin, là ove più non si dismonta, / fanno Cocito...