Vocabolario Dantesco
cortese agg.
Commedia 13 (5 Inf., 5 Purg., 3 Par.).
Altre opere14 (2 Vn., 6 Conv., 6 Rime).
12 (9 Fiore, 3 Detto).
Commedia cortese Inf. 2.17, 2.58, 2.134, 3.121 (:), 16.15 (:), Purg. 5.70 (:), 8.136, 9.92, 11.85 (:), Par. 9.58 (:), 12.111 (:), 15.48 (:); cortesi Purg. 13.27.
Altre opere cortese Vn 19.4-14.67 (:), Conv. 2.10.7, 2.10.7, 3.1.5, 4.26.2, 4.26.12, Rime d. 14.6, d. 9.9, 1.70 (:), 2.47, 14.150 (:); cortesi Rime 4.130, Conv. 4.26.12; cortesissima Vn 3.2.
cortese Fiore 18.6, 25.11 (:), 135.14, 142.4, 143.13 (:), 145.1, 146.7, 155.1 (:), 195.4 (:), Detto 17 (:), 18 (:), 403.
Derivato dal prov. cortes (LEI s.v. cohors, 15, 606.7), l'agg. è ampiamente diffuso nel Due e Trecento, in poesia (è parola-chiave della lirica amorosa fin dai modelli trobadorici) e in prosa. La struttura della voce è modellata sul sost. cortesia (vd.). Il signif. di cortesia come complesso delle virtù e delle disposizioni d'animo più nobili (cfr. Conv. 2.10.7-8) si ritrova nelle occ. dell'agg. qui riportate al §1, tutte rif. a Virgilio, del quale definiscono la «generosa nobiltà d'animo» (Pasquini in ED) e l'operare magnanimo in soccorso di Dante. Al §2 si registra il valore dell'agg. corrispondente a una virtù specifica, la liberalità/larghezza o generosità (vd. cortesia §2). Quest'accezione riguarda Dio (§2.1), matrice di ogni virtù e cortesia (vd. la nota a cortesia), infinitamente liberale nel concedere a Enea (Inf. 2.17) e a Dante (Par. 15.48) il viaggio oltremondano (per il parallelo fra i due passi cfr. Inglese a Par. 15.48). Riguarda però anche l'uomo (Purg. 5.70), e in partic. Dante stesso, al quale Iacopo del Cassero chiede di pregare in Fano, lett. di 'concedergli largamente preghiere' (cfr. TLIO s.v. cortese per l'espressione essere cortese di), chiedendo suffragi per la sua anima penitente. In Par. 9.58 il lemma è adoperato sarcasticamente: il vescovo Alessandro Novello agì villanamente consegnando a tradimento tre fuoriusciti ferraresi, che vennero decapitati; fu dunque tanto 'generoso' di sangue versato da riempire una bigongia troppo larga (v. 55). Al §3 si riporta il «semantema sopravvissuto ancor oggi, spoglio di ogni implicazione ideologica» (Pasquini in ED): l'essere cortese nel senso di manifestare benevolenza o gentilezza, detto di persone o di pensieri e gesti (vd. cortesia §3). In quest'accezione, cortese è attrib. dell'angelo guardiano della porta del Purgatorio (Purg. 9.92). Inoltre, si rif. ai penitenti, come Oderisi da Gubbio (Purg. 11.85), la cui superbia in vita gli impedì di essere benevolo nel riconoscere i meriti degli altri artisti, e ai beati, come Tommaso d'Aquino (Par. 12.111), la cui cortesia (Par. 12.143) si manifesta nel panegirico di san Francesco, precedente a quello speculare di san Domenico da parte di Bonaventura. Quanto a Inf. 16.15, Virgilio invita Dante «a compiere un gesto di cortesia verso i dannati, non attendendoli ma facendosi loro sollecitamente incontro, come per un ospite di riguardo» (Marcozzi, Inf. XVI, p. 497); fra i suoi interlocutori, Iacopo Rusticucci chiederà a Dante proprio se cortesia e valor dimorano ancora a Firenze (vd. la nota a cortesia).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 02.10.2022.
Data ultima revisione: 05.12.2022.
1 Che possiede il complesso delle virtù e delle qualità comportamentali di un animo nobile e magnanimo.
[1] Inf. 2.58: O anima cortese mantoana, / di cui la fama ancor nel mondo dura, / e durerà quanto 'l mondo lontana...
[2] Inf. 2.134: Oh pietosa colei che mi soccorse! / e te cortese ch'ubidisti tosto / a le vere parole che ti porse!
[3] Inf. 3.121: «Figliuol mio», disse 'l maestro cortese, / «quelli che muoion ne l'ira di Dio / tutti convegnon qui d'ogne paese...
2 Che concede i suoi servigi o elargisce i suoi beni con generosità e liberalità.
[1] Purg. 5.70: Ond' io, che solo innanzi a li altri parlo, / ti priego, se mai vedi quel paese / che siede tra Romagna e quel di Carlo, / che tu mi sie di tuoi prieghi cortese / in Fano...
[Detto iron.].
[2] Par. 9.58: e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia, / che donerà questo prete cortese / per mostrarsi di parte...
2.1 [Come attrib. di Dio].
[1] Inf. 2.17: Però, se l'avversario d'ogne male / cortese i fu, pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui...
[2] Par. 15.48: «Benedetto sia tu», fu, «trino e uno, / che nel mio seme sè tanto cortese!». 
3 Che manifesta benevolenza e gentilezza.
[1] Inf. 16.15: «Or aspetta», / disse, «a costor si vuole esser cortese.
[2] Purg. 9.92: «Ed ella i passi vostri in bene avanzi», / ricominciò il cortese portinaio...
[3] Purg. 11.85: Ben non sare' io stato sì cortese / mentre ch'io vissi, per lo gran disio / de l'eccellenza ove mio core intese.
[4] Par. 12.111: ben ti dovrebbe assai esser palese / l'eccellenza de l'altra, di cui Tomma / dinanzi al mio venir fu sì cortese.
[Detto di un pensiero o di un gesto].
[5] Purg. 8.136: che 'l sol non si ricorca / sette volte nel letto che 'l Montone / con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, / che cotesta cortese oppinïone / ti fia chiavata in mezzo de la testa...
[6] Purg. 13.27: e verso noi volar furon sentiti, / non però visti, spiriti parlando / a la mensa d'amor cortesi inviti.