Vocabolario Dantesco
coagulare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia coagulando Purg. 25.50.
Latinismo da coagulare (LEI s.v., 15, 153.37). Già in lat. il verbo vale 'addensare' ed è detto soprattutto del latte o del sangue (cfr. Cecchini, Uguccione, A 101, 12). L'uso di coagulare con rif. alla formazione dell'embrione è già nella tradizione scritturale (cfr. Sap. 7, 2; Iob. 10, 10); la stessa immagine, tuttavia, resa attraverso l'espressione constare facere 'dar consistenza', «s'incontra più volte nella traduzione latina medievale del De generatione animalium d'Aristotele, e negli scrittori d'embriologia del tempo di Dante» (Nardi, Il canto XXV del «Purgatorio», p. 145). In volg., fuori del circuito dell’esegesi dantesca, il verbo conta occ. rare e isolate, documentate unicamente in testi tradotti dal lat. (cfr. TLIO s.v. coagulare e Corpus OVI).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 26.01.2018.
Data ultima revisione: 27.09.2018.
1 [Scient.] [Con rif. a un liquido:] assumere una forma compatta e densa, rapprendersi.
[1] Purg. 25.50: Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme, / l'un disposto a patire, e l'altro a fare / per lo perfetto loco onde si preme; / e, giunto lui, comincia ad operare / coagulando prima, e poi avviva / ciò che per sua matera fé constare.