Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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bordone (2) s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Purg.).
Lista forme e index locorum:
Commedia bordone Purg. 28.18.
Locuz. e fras.: Tenere bordone 1.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Francesismo da bourdon (Viel, I gallicismi, p. 243), forse di origine onomatopeica (LEI s.v. *bord-, 6, 1058.10, 1065.42). Il termine è tecnicismo musicale att. nel Corpus OVI solo in Purg. 28.18 e nel commento di Iacomo della Lana a Par. 25.130-139 (cfr. TLIO s.v. bordone 2). Tuttavia, burdo -onis o bordunus -i ricorre frequentemente dalla fine del XIII sec. nella tradiz. mediolatina (cfr. LmL s.v. burdo). Il sost. poteva indicare «una corda supplementare della viella, messa fuori tastatura, capace solo di emettere un suono fisso e non diteggiabile» (Monterosso in ED): cfr. per es. Hieronymus de Moravia, Tractatus de musica, 1272-1307, 28 (cit. in LmL): «Secunda [[chorda]], quae bordunus est aliarum, D solum facit. Quae quidem eo, quod extra corpus viellae, id est a latere, affixa sit, applicationes digitorum evadit». Analoga funzione di nota lunga tenuta si ritrova nel canto polifonico: «nello stile organistico di Notre Dame, a quattro, tre e due voci, [[...]] la parte più bassa (il tenor) ha il compito di intonare una nota che rimane ferma, mentre la voce o le voci superiori proseguono nei loro svolgimenti fioriti fatti di valori brevi» (Monterosso in ED). Al procedimento musicale del cantus firmus (su cui vd. DEUMM s.vv. bordone e cantus firmus) si richiamano già i commentatori per chiosare Purg. 28.18, dove il bordone corrisponde allo stormire delle fronde che accompagna il canto degli uccelli nel Paradiso Terrestre (cfr. Iacomo della Lana «che lle fronde per so moto soave fevano un sòno lo qual era tenore overo fermo al biscanto del gl’oxillini»; Benvenuto da Imola «intra le foglie che tenean bordone, idest, firmum, alle sue rime, idest, cantui»; Francesco da Buti «tenean bordone; cioè lo canto fermo, alle suo rime; cioè ai canti che faceano li uccelli»). Secondo Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», «è probabile che Dante faccia riferimento a un modo di cantare ancora monodico, ma con la tecnica del cantus firmus, ciò che prelude all’introduzione della polifonia, a partire dal Paradiso terrestre e poi tipica del Paradiso» (p. 47; cfr. anche bibliografia ivi cit.).
1 [Mus.] Basso persistente di un solo suono. Tenere bordone: accompagnare una melodia con un suono continuo.
[1] Purg. 28.18: ma con piena letizia l'ore prime, / cantando, ricevieno intra le foglie, / che tenevan bordone a le sue rime, / tal qual di ramo in ramo si raccoglie / per la pineta in su 'l lito di Chiassi, / quand' Ëolo scilocco fuor discioglie.


Autore: Fiammetta Papi 14.07.2017 (ultima revisione: 16.05.2018).