Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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balenare v.
Frequenza:
Commedia 5 (2 Inf., 2 Purg., 1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia balena Inf. 22.24 (:); balenar Purg. 29.18, 29.19, Par. 14.108; balenò Inf. 3.134.
Locuz. e fras.: In men che non balena 1.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:
Di etimo discusso, ma prob. da ricondurre alla radice preromanza *bal/*bel 'lucente' (LEI s.v. *bal‑/*bel‑; *pal‑; *barl‑/*berl‑, 4, 539.39; per la connessione al lat. ballaena, in partic., cfr. ivi, 569.9 e segg.). Il v. è doc. in volg. sin dalla seconda metà del sec. XIII, prevalentemente ma non esclusivamente in contesti d'ambito meteorologico (vd. TLIO s.v. balenare). Risultano predominanti, almeno nella lingua antica, le occ. d'area tosc., e tale distribuzione sembra trovare conferma nelle glosse dei commentatori di altra provenienza: cfr. per es. Maramauro, a Inf. 22.24: «Questo punto se intende cossì: che questo, che mostravano tal volta el dosso per alegiarsi la pena, durava tanto poco, che lo star discoperto era manco che non è un lampo: il qual se chiama "balenare" in toscano». Il v. è impiegato nel poema sia in senso propr., con rif. a manifestazioni meteorologiche (§ 1), sia in senso estens. (§ 1.1), con rif. ai bagliori emessi dalle innumerevoli luci che compongono la croce di Cristo a Par. 14-108 (vd. anche quanto detto s.v. lampeggiare, Nota). Si isola l'occ. di Inf. 3.134, in cui balenare sembra acquisire valore trans. (§ 2): tale lettura, che tradizionalmente assegna al «che» la funzione di pronome rel. soggetto, riconosce al vento la facoltà di incendiarsi e di 'far balenare' una luce rosseggiante (per la connessione fra le correnti d'aria, i vapori e i lampi, cfr. ED s.v. lampo). Tuttavia, se si esce dal circuito linguistico della Commedia e della sua esegesi, non si rilevano altri ess. antichi di balenare con uso trans. (vd. TLIO s.v. balenare; ma cfr. anche, nello stesso Dante, lampeggiare, § 1), e certamente non si può escludere una lettura di quel «che» come cong. con valore modale (così Petrocchi, ad l.), consecutivo oppure locativo (così, per es., Mazzoni: «dunque: "ove, in che, balenò una luce vermiglia": quella dell'ignizione» Id., Saggio di un nuovo commento, p. 452).

Locuz. e fras. Dopo Dante, l'espressione è doc. nella Risurrezione di Niccolò Cicerchia, un testo sen. della seconda metà del sec. XIV, con lo stesso senso di 'in un attimo' (vd. TLIO s.v. balenare; per l'uso dantesco, cfr. anche Maramauro, ad l., cit. supra).
1 [Scient.] [Con rif. al fenomeno atmosferico:] emettere una luce improvvisa e di brevissima durata. In men che non balena: in un attimo.
[1] Inf. 22.24: Come i dalfini [[...]] / talor così, ad alleggiar la pena, / mostrav' alcun de' peccatori 'l dosso / e nascondea in men che non balena.
Sost. Lampo.
[2] Purg. 29.18: Ed ecco un lustro sùbito trascorse / da tutte parti per la gran foresta, / tal che di balenar mi mise in forse. 
[3] Purg. 29.19: Ma perché 'l balenar, come vien, resta, / e quel, durando, più e più splendeva, / nel mio pensier dicea: «Che cosa è questa?».
1.1 [Con rif. alla luce di Cristo:] manifestarsi sprigionando bagliori improvvisi (estens.).
[1] Par. 14.108: ma chi prende sua croce e segue Cristo, / ancor mi scuserà di quel ch'io lasso, / vedendo in quell' albor balenar Cristo.
2 Far lampeggiare (una luce). ||  Ma cfr. Nota.
[1] Inf. 3.134: La terra lagrimosa diede vento, / che balenò una luce vermiglia / la qual mi vinse ciascun sentimento; / e caddi come l'uom cui sonno piglia.


Autore: Barbara Fanini 13.10.2020 (ultima revisione: 02.11.2020).