Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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balbo agg.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Purg.).
Lista forme e index locorum:
Commedia balba Purg. 19.7 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. come agg. La prima att. come sost. è invece in Bart. da San Concordio (1302/1308), in traduzione di «qui balbutiunt». Prestito dal lat. balbus ‘balbuziente’ (Nocentini s.v. balbo; LEI s.v. balbus, 4, 585.30-586.19 non lo considera un cultismo). Il lemma nella prima metà del Trecento ha poche att., tra cui quella di Manfredino (a. 1328, 2.6.1, p. 171), che presenta le stesse parole in rima di Dante: alba, balba e scialba (cfr. Corpus OVI). In Purg. 19 il parlar “balbo” del personaggio si oppone (anche semanticamente) alla lingua «scorta», al parlar «disciolto» e, infine, al «cantar» della «dolce serena» (vv. 12, 16, 17; vd. scorto, disciogliere, cantare). Hollander, invece, sulla scorta di Mattalia, osserva che «balbus è il contrario di planus, l’aggettivo che qualifica il modo in cui parla Beatrice in Inf. II.56. […] È una valenza che è confermata dalla voce balbus nel Latin Dictionary di Lewis and Short» (vd. piano e Lewis-Short s.v. balbus). Come afferma Brunetti (Purg. XIX, p. 567), l’agg. indica una delle caratteristiche «che in Dante è spesso connessa al bestiale» (per tale componente vd. anche serena e la Nota di strega); già Isidoro, d'altra parte, connetteva balbus con il verbo balare ‘belare’ (Isidoro, Etimol., X.29). Partendo da tali tessere, ultimamente Rebuffat ha interpretato la balbuzie della «femmina» come una delle caratteristiche dovute a una metamorfosi da diabolico serpente (momento, secondo lo studioso, non rappresentato o taciuto da Dante) a «dolce serena» (cfr. Rebuffat, Nell’ora più fredda, e per l'agg. balbo in partic. le pp. 300-306). Per la «femmina balba» e le sue molteplici interpretazioni, si vedano ED s.v. balbo, il commento di Hollander ad l. e la bibliografia più recente: Barucci,“Simile a quel che talvolta si sogna”, pp. 105-176; Caligiure, «La femmina balba»; Castiglia, Su la «femmina balba»; Muresu, Il richiamo, pp. 85-110. Nella Commedia è att. anche balbutire (vd.).
1 Incapace di parlare in maniera chiara e fluida.
[1] Purg. 19.7: mi venne in sogno una femmina balba, / ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, / con le man monche, e di colore scialba.


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 22.07.2019 (ultima revisione: 04.11.2019).