visiera s.f.
Lista forme e index locorum:
Commedia |
visiere Inf. 33.98. |
Nota:Gallicismo dal fr. antico
visière 'parte dell'elmo che si alza e si abbassa sul viso e consente di vedere e di respirare', da
vis 'viso' (DELI 2 s.v.
viso e Nocentini s.v.
visiera) o direttamente da una base lat. *
visarius (Viel,
I gallicismi, p. 296; cfr. FEW s.v.
visus, 14: U-Z, 538a), con att. anche in mediolatino (cfr. DMLBS s.v.
visera, -ia; Du Cange s.v.
viseria,
visoria). In it. antico, il termine dell'armatura, inteso come 'parte mobile dell'elmo che protegge il viso', è doc. già dalla seconda metà del sec. XIII in testi di area tosc. e sett. (per lo più volgarizzamenti da fonti o intermediari fr.), mentre come 'parte della cappa di alcuni ordini religiosi, posta a copertura del volto' è in uno
Stat. sen. del 1295 (cfr. TLIO s.v.
visiera;
Corpus OVI). A
Inf. 33.98 il termine è impiegato in una comparazione tesa a dare forma e concretezza alle durissime lastre di ghiaccio – «i duri veli» (v. 112) –, formate dalle lacrime congelate che riempiono le cavità oculari, fungendo da «visiere» sugli occhi dei dannati della Tolomea. Parte dell'esegesi antica, da Benvenuto da Imola («velut si haberent ocularia ex vitro vel crystallo transparentia») fino al Cinquecento, interpreta con 'occhiali', da intendere propr. come lenti di vetro legate da due pezzi di cuoio a un berretto (vd. TLIO s.v.
occhiali);
Maramauro (cit. anche da Bellomo,
ad l.) allude a cappelli provvisti di occhiali, posti per protezione dal freddo («Questa comparatione è cossì: che alcuni in Ongaria e in Alamagna, per lo forte freddo e per lo vento, essi se fan capelli li quali han doi ochi de cristallo per non li ofendere el freddo; e vedeno cossì bene como quilli che meteno ochiali perché mal vedeno a legere»). Tra i moderni, Ferretti Cuomo,
ad l., evidenzia un uso parodistico del termine in quanto, a differenza della visiera vera e propria, «essa è fissa e accresce la pena, non permettendo di dare sfogo alle lacrime».
1 [Armi] Parte mobile di un elmo posta a protezione del viso (in similitudine).
[1] Inf. 33.98: Lo pianto stesso lì pianger non lascia, / e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, / si volge in entro a far crescer l'ambascia; / ché le lagrime prime fanno groppo, / e sì come visiere di cristallo, / rïempion sotto 'l ciglio tutto il coppo.
Autore: Francesca De Cianni 21.12.2023 (ultima revisione: 11.07.2024).