tòsco (2) s.m.
Frequenza:
Commedia |
2 (1 Inf., 1 Purg.). |
Lista forme e index locorum:
Commedia |
tòsco Inf. 13.6 (:), Purg. 25.132 (:). |
Altre opere |
tosco Rime 25.7.
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Nota:Dal lat.
toxicum ‘veleno; in it. antico il lessema (così come
tossico) è usato con minor frequenza rispetto a veleno e prevalentemente in senso proprio (cfr.
Corpus OVI). L’uso di tosco a
Purg. 25.132, potrebbe dipendere da
Aen. I 688 («occultum inspires ignem fallasque veneno») – che
Lancia, Eneide volg. (L. 1, pag. 172.24) rende con «tosco amoroso». Il signif. fig. dantesco potrebbe dunque risentire direttamente del senso propr. lat. di
venenum ‘filtro, incantesimo, pozione’, pur nel generale rimodellamento sul più esteso campo semantico di it. antico
veleno (vd.): nell’uso dantesco si registra infatti un riferimento non solo agli effetti genericamente alteranti ma anche moralmente contaminati dell’amore sensuale (cfr.
Par. 19.66 e GDLI s.v.
veleno). Fra i commentatori, per il resto concordi nell’esegesi, si segnala l’interpretazione di
Jacomo della Lana che intende tosco di Venere come «lo sperma mascolino emesso per luxuria».
1 Sostanza capace di nuocere alle funzioni fisiologiche di un organismo, in taluni casi, fino a provocarne la morte.
[1] Inf. 13.6: Non fronda verde ma di color fosco / non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti; / non pomi v'eran, ma stecchi con tòsco.
1.1 [Con rif. all'amore sensuale:] ciò che agisce corrompendo moralmente (
fig.).
[1] Purg. 25.132: Finitolo, anco gridavano: «Al bosco / si tenne Diana, ed Elice caccionne / che di Venere avea sentito il tòsco».
Autore: Francesca De Blasi 25.09.2018 (ultima revisione: 25.09.2018).