assenzo s.m.
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Commedia |
assenzo Purg. 23.86. |
Nota:L'assenzio è propriamente una pianta erbacea, utilizzata per le sue proprietà terapeutiche e aromatiche, dalla quale si estrae un succo amaro (vd. anche TLIO s.v.
assenzio). Nell'espressione ossimorica di
Purg. 23.86 («lo dolce assenzo»; vd. anche
dolce) l'assenzio indica la natura delle pene purgatoriali, amare da sopportare ma nel contempo dolci in quanto mezzo di salvezza: come spiega Scartazzini,
ad l., «l'assenzio è amaro al senso, e così anche le pene del Purgatorio sono amare per sè medesime. Ma l'assenzio può esser dolce all'intelletto, inquantochè si riflette all'effetto che ne seguirà: così le pene del Purgatorio sono dolci alle anime, inquantochè esse preparano alla beatitudine eterna». L'uso fig. di assenzio è già presente nel lat. crist. e non è nuovo nella lingua del Duecento (cfr. TLIO s.v.
assenzio e l'uso fig. in
Giordano da Pisa, Quar. fior.).
1 Amarezza (delle pene del Purgatorio, in
contesto fig.). || Propr. erba da cui si ricava un succo amaro.
[1] Purg. 23.86: Ond' elli a me: «Sì tosto m'ha condotto / a ber lo dolce assenzo d'i martìri / la Nella mia con suo pianger dirotto.
Autore: Chiara Murru 02.10.2019 (ultima revisione: 30.06.2020).