Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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scheggione s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.). [+var.: 1 (1 Purg.)]
Lista forme e index locorum:
Commedia scheggion Inf. 21.89. [+var.: scheggion Co - Sanguineti Purg. 18.78; schegion Ga Purg. 18.78; schieggion Urb Purg. 18.78].
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Il termine, che già si rintraccia come toponimo in doc. senesi del sec. XIII ex. (Ceppari Ridolfi, Le pergamene, p. 234 nr. 491), è un derivato di scheggio (vd.), di cui nella Commedia sembra essere sinonimo. Infatti, come a Inf. 21.60 Virgilio consiglia a Dante di acquattarsi «dopo uno scheggio, ch’alcun schermo t’aia», così, poco dopo, al v. 89, lo richiama a sé con le parole: «“O tu che siedi / tra li scheggion del ponte quatto quatto, / sicuramente omai a me ti riedi”» (in questo luogo, tra l'altro, scheggio ricorre come var. di scheggione in Ham). Scheggione è anche registrato come var. di secchione (vd.) a Purg. 18.78, nella similitudine in cui Dante descrive la luna che, con la sua luce, rende meno visibili le stelle intorno ad essa. Benvenuto da Imola commenta sia secchion sia scheggion, chiosando questo con le parole: «sicut faxum naturaliter ardens et emittens ignem». Per Benvenuto lo scheggion è come una fascina («faxum»; vd. Sella, Gloss. lat. emil., s.v. faxum) di legna o di rami ardente. Nel 1826 Parenti, Alcune annotazioni, s.v. secchione, associa l’immagine della luna-scheggione a un «grosso pezzo di legno abbraciato». Anche grazie al commento di Benvenuto da Imola, scheggion è accolto a testo da Sanguineti (cfr. anche Sanguineti, Appendice, p. 251) e avallato da Trovato (Fuori dall’antica vulgata, p. 691). Inglese, Per il testo, p. 502, è del parere che «la similitudine non si regga con lo schieggione [...], che sarà un macigno». Per la var. qui si propone un signif. che sembra risalire a scheggia (vd.) nel senso di ‘pezzo di legno, ramo’.
1 Mole rocciosa sporgente che si sviluppa più nel senso della lunghezza che della larghezza; lo stesso che scheggio.
[1] Inf. 21.89: «O tu che siedi / tra li scheggion del ponte quatto quatto, / sicuramente omai a me ti riedi».
[ 2 +var. Grosso pezzo di legno. ]
[1] Purg. 18.78: La luna, quasi a mezza notte tarda, / facea le stelle a noi parer più rade, / fatta com' un secchion che tuttor arda... ||  scheggion Co - Sanguineti, schegion Ga, schieggion Urb.


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 21.06.2018 (ultima revisione: 03.12.2018).