Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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armonia s.f.
Frequenza:
Commedia 3 (3 Par.).
Altre opere7 (1 Vn., 6 Conv.).
Lista forme e index locorum:
Commedia armonia Par. 1.78, 6.126, 17.44.
Altre opere armonia Vn 12.8, Conv. 1.5.13, 1.7.14, 1.7.15, 2.13.23, 3.7.4, 4.25.12.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. (Vn 12.8). Latinismo, dal gr. harmonìa 'congiunzione' (DELI 2 s.v. armonia), propr. gli strumenti o il risultato dell'atto del congiungere. La specializzazione in senso musicale è già ampiamente att. in gr. a partire da Eraclito, designando sempre fenomeni di accordo o comunque elementi musicali quantificabili in una relazione di reciproca corrispondenza, concordemente alla specificità etimologica del termine. Altrettanto antica sembra doversi ritenere l'applicazione alla teoria dei movimenti celesti, da attribuirsi alla dottrina pitagorica (cfr. Arist. Cael. 290b) e che trova ampio spazio nel commento al ciceroniano Somnium scipionis (Rep. VI 9-29) di Macrobio, dove si parla di caeli harmonia (I 5.15, 19.22), harmonia caelestis (II 1.24) e harmonia superum (II 17.16). Il celebre passo del De re publica era ben noto nel Medioevo proprio grazie al commentario di Macrobio (cfr. Ottimo, Pietro Alighieri e Lancia, Chiose a Par. 1.78), e la sua potenza suggestiva si ritrova nel Paradiso nell'immagine che vede Dante voltarsi indietro al culmine del suo catasterismo e osservare dall'alto «l'aiuola che ci fa tanto feroci» (Par. 22.151). Un primo depotenziamento semantico di harmonìa a partire dall'accezione musicale è ravvisabile nell'uso che ne fa Aristotele per designare uno dei tre strumenti dell'imitazione poetica, ovvero la componente melodica, musicale del prodotto poetico (ma anche l'intonazione associata alla prolazione: il valore originario è ancora in parte sotteso al concetto di concatenazione di toni acuti e gravi). Di qui si passa gradualmente al valore generic. di 'melodia', 'musica' (per la storia semantica della parola in gr. e lat. vd. Luzzi, Per la semantica di armonia, pp. 80-87), riscontrabile a Par. 17.44 con rif. all'organo, oltre che a Vn 12.8 che rappresenta la prima att. in volg. del termine. Se, da una parte, è quanto meno riduttivo ravvisare la medesima accezione generic. anche negli altri due passi paradisiaci (come si fa nell'ED), dall'altra non è necessario interpretare tali luoghi come riferimenti alla musica polifonica, dal momento che nemmeno gli antichi commentatori autorizzano una simile lettura (cfr. Drusi, Musica polifonica, p. 35).
1 [Mus.] Suono musicale, lo stesso che melodia.
[1] Par. 17.44: Da indi, sì come viene ad orecchia / dolce armonia da organo, mi viene / a vista il tempo che ti s'apparecchia.
2 [Mus.] [Astr.] Concento dei suoni prodotti dal movimento delle sfere celesti.
[1] Par. 1.78: Quando la rota che tu sempiterni / desiderato, a sé mi fece atteso / con l'armonia che temperi e discerni, / parvemi tanto allor del cielo acceso / de la fiamma del sol, che pioggia o fiume / lago non fece alcun tanto disteso.
[2] Par. 6.126: Diverse voci fanno dolci note; / così diversi scanni in nostra vita / rendon dolce armonia tra queste rote.


Autore: Nicolò Magnani 20.12.2024 (ultima revisione: 28.03.2025).