puerile agg.
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Commedia |
püeril Par. 3.26; püerili Par. 32.47 (:). |
Nota:Latinismo da
puerilis (DELI 2 s.v.
puerile). L'agg. è già att. in senso sia proprio sia fig. in
Jacopone (ed. Ageno) (cfr. TLIO s.v.
puerile). Per quanto riguarda l'accezione fig. dantesca in
Par. 3.26, non si coglie un valore spregiativo, segnalato da alcuni commentatori, che chiosano l'intera espressione «pueril coto» (vd. anche
coto), rilevando un tratto di inefficacia: Pietro Alighieri (red. III) «coto puerili, idest pensamento vano»; Benvenuto da Imola «pueril coto idest, tuam vanam cogitationem ad modum pueri».
1 Proprio dell'età giovanile, fanciullesco.
[1] Par. 32.47: Ben te ne puoi accorger per li volti / e anche per le voci püerili, / se tu li guardi bene e se li ascolti. / Or dubbi tu e dubitando sili; / ma io discioglierò 'l forte legame / in che ti stringon li pensier sottili.
1.1 [Con rif. alle caratteristiche intellettuali tipiche dei fanciulli:] non ancora formato (
fig.).
[1] Par. 3.26: «Non ti maravigliar perch' io sorrida», / mi disse, «appresso il tuo püeril coto, / poi sopra 'l vero ancor lo piè non fida, / ma te rivolve, come suole, a vòto: / vere sustanze son ciò che tu vedi, / qui rilegate per manco di voto.
Autore: Veronica Ricotta 23.12.2016 (ultima revisione: 07.05.2018).