Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

www.vocabolariodantesco.it

piota s.f.
Frequenza:
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia piota Par. 17.13; piote Inf. 19.120 (:).
Varianti: Par. 17.13: pianta Fi Gv Vat - Ed. Crusca, pieta Ash Ham La Laur Mart Po Rb Triv Urb - Sanguineti.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. L’uso del termine, da ricondurre prob. al lat. plautum ‘piatto, largo’ (DELI 2 s.v. piota), è raro nei testi antichi. Una forma pl. ploti, nell’accezione di ‘zolle di terra compatta (da costruzione)’, è doc. in area ven. (cfr. TLIO s.v. piota) e in tal senso il termine resta vitale anche in seguito, in testi relativi all'edilizia o all'agricoltura (cfr. GDLI s.v., § 2). Nel valore dantesco di ‘pianta del piede’ di Inf. 19.120, invece, piota conosce una diffusione ridotta e per lo più circoscritta all’uso letterario (ivi, § 1; ma cfr. anche lat. piota ‘suola’ o ‘ferro di cavallo’ att. in un doc. piac. del sec. XIV, in Sella, Gloss. lat. emil., p. 267). La scarsa doc. antica disponibile non consente di assegnare al termine una marca diatopica specifica: alla proposta di un’origine umbra avanzata da Parodi, Lingua, p. 275, si oppone, oltre all’att. ven. cit., un’annotazione di Guido da Pisa che qualifica spingare (vd.) e piota come due «vocabula florentina» (ad l.); cfr. Franceschini, I volgari, p. 211. La disponibilità del sost. in quest’area, del resto, può essere confermata già da un doc. lat. di Firenze datato 1158 in cui è att. l’antrop. «Guidi Piote» (cfr. GDT, p. 496). A Inf. 19.120, il valore semantico del termine in rif. alla grottesca danza del simoniaco Niccolò III (cfr. Castellani Pollidori, «Spingare» - «Springare», p. 138), è ben recepito dai commentatori. Più problematico appare invece l’uso del termine come appellativo dell’avo Cacciaguida a Par. 17.13, anche per la tormentata situazione testuale del passo (vd. oltre). Tra i commentatori che leggono piota, si orientano verso una transumptio vegetale l’Ottimo e Andrea Lancia (cfr. rispettivamente: «Qui l’Autore [...] dice: O cara pianta mia, dalla quale io frondo» e «messer Cacciaguida, sua pianta e radice»). Ricorre all’immagine del piede come ‘fondamento della discendenza’, invece, la glossa di Pietro Alighieri (prima red.): «o piota mea, idest planta pedis».
Varianti.  Alla lez. piota di Par. 17.13, recata da buona parte della trad. tosc. (+ Mad), si oppongono pieta, trasversale ai due rami, ma di facile genesi grafica, e pianta. L’astratto pieta, trasmesso, fra gli altri, sia da Urb sia da Triv, è accolto da Sanguineti; Lanza viceversa ritiene piota «indubbia lectio difficilior, confortata dal pur errato pieta» (ivi, p. 657) del proprio codex optimus. Recentemente la lez. – nella forma pïetà – ha trovato il sostegno di Spagnolo (La tradizione della Comedìa (I), p. 81): «il pronipote si rivolge al trisavolo riconoscendo in lui la pietas del padre verso il figlio, secondo il modello virgiliano citato all’inizio del loro incontro». Tra i commentatori, legge pieta Iacomo della Lana («O cara pieta, cioè anima beata»). Alcuni testimoni seriori, prob. a partire dalla stessa lez. pieta, restituiscono pietra (così anche Francesco da Buti, richiamandosi all’invocazione di Par. 15.85-86: «Ben supplico io a te, vivo topazio / che questa gioia prezïosa ingemmi»). Altrettanto dibattuta appare l’alternativa pianta, avvalorata dagli altri appellativi vegetali di Par. 15.88-89 («fronda mia» e «radice»), ma banalizzante sul piano lessicale (è «glossa su piota» per Inglese, Per lo “stemma”, p. 58). Pianta, con piota in margine, è accolta dall’ed. Crusca.
1 Pianta del piede; piede.
[1] Inf. 19.120: E mentr' io li cantava cotai note, / o ira o coscïenza che 'l mordesse, / forte spingava con ambo le piote.
1.1 Capostipite di una stirpe, antenato (fig.).
[1] Par. 17.13: «O cara piota mia che sì t'insusi, / che, come veggion le terrene menti / non capere in trïangol due ottusi, / così vedi le cose contingenti / anzi che sieno in sé... ||  Var.: pieta Ash Ham La Laur Mart Po Rb Triv Urb – Sanguineti, pianta Fi Gv Vat – Ed. Crusca.


Autore: Barbara Fanini 21.06.2017 (ultima revisione: 11.05.2018).