Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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magro agg./s.m.
Frequenza:
Commedia 7 (2 Inf., 2 Purg., 3 Par.).
Altre opere1 (1 Rime).
Lista forme e index locorum:
Commedia macra Purg. 9.138 (:); macri Inf. 27.93 (:); macro Par. 25.3 (:); magre Inf. 33.31; magri Par. 21.128; magro Purg. 25.20 (:), Par. 2.77.
Altre opere magro Rime 16.18.
Locuz. e fras.: Farsi magro 1.3.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. macrum, dalla radice indoeuropea *mak- 'lungo', 'sviluppato in lunghezza' (DELI 2 s.v. magro). Macro, che del latino conserva la velare sorda intervocalica, ricorre solo in rima; la forma con velare sonora, dovuta all'influsso gallo-italico (Rohlfs, § 260), invece, si registra anche nel corpo del verso. Grazie all'es. dantesco, macro ha continuato ad avere una certa fortuna nell'italiano (cfr. Migliorini, Storia, p. 194). Col signif. di 'scarno in quanto poco nutrito', l'agg., ben att. nel Duecento (cfr. cfr. Corpus TLIO), indica nella Commedia una condizione di scarsa nutrizione, dovuta gen. a mancanza di cibo o a pratiche ascetiche, quali ad es. quelle adottate dall'ordine francescano (Inf. 27.93 e Par. 21.128). A parte sta l'occ. di Par. 25.3, dove Dante allude alla propria consunzione fisica dovuta all'arduo disegno di comporre il poema. A Inf. 31.38 ad essere magre sono le cagne, che rappresentano il popolo aizzato contro il conte Ugolino dall'arcivescovo Ruggieri: esse sono descritte come «magre, studïose e conte» («i tre agg. esprimono in successione l'ardore con cui quelle cagne inseguono la preda», Chiavacci Leonardi, ad l.). Il signif. 1 è anche alla base dell'espressione farsi magro, che vale 'produrre dimagrimento', 'dimagrire'. Con valore di sost. e contrapposto a grasso (vd.) assume invece il signif. di 'parte corporea priva di grasso' nel paragone di Par. 2.77, entro il discorso sulle macchie lunari. Del tutto fig. è l'uso alla base del signif. 3: a essere definita magra è la rupe Tarpea (per sineddoche, il Campidoglio), che rimane impoverita dalla sottrazione del tesoro del popolo romano, custodito nel santuario (ricorda Inglese, ad l., che l'episodio è già in Luc. Phars. III 153-157). L'unica occ. nelle Rime (16.18) rientra nel signif. 1: in questo caso, il poeta diventa «sì magro / della persona, e 'l viso tanto afflitto / che qual mi vederà n'avrà pavento» a causa delle pene d'amore; la rima agro : magro («Quel dolce nome, che mi fa il cor agro», v. 15), torna poi a Purg. 9.136-138 e a Purg. 25.20-24.
1 [Con rif. a una persona:] scarno in quanto scarsamente nutrito (come conseguenza della pratica di astinenza).
[1] Par. 21.128: Venne Cefàs e venne il gran vasello / de lo Spirito Santo, magri e scalzi, / prendendo il cibo da qualunque ostello.
Consunto per la fatica (degli studi e della scrittura).
[2] Par. 25.3: Se mai continga che 'l poema sacro / al quale ha posto mano e cielo e terra, / sì che m'ha fatto per molti anni macro, / vinca la crudeltà che fuor mi serra / del bello ovile ov' io dormi' agnello, / nimico ai lupi che li danno guerra; / con altra voce omai, con altro vello / ritornerò poeta...
1.1 [Con rif. a una parte del corpo].
[1] Inf. 27.93: Lo principe d'i novi Farisei, [...]  né sommo officio né ordini sacri / guardò in sé, né in me quel capestro / che solea fare i suoi cinti più macri.
1.2 [In senso metaf. con rif. a un animale].
[1] Inf. 33.31: Con cagne magre, studïose e conte / Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi / s'avea messi dinanzi da la fronte.
1.3 Farsi magro: dimagrire.
[1] Purg. 25.20: Allor sicuramente apri' la bocca / e cominciai: «Come si può far magro / là dove l'uopo di nodrir non tocca?».
2 Sost. [In contrapposizione a grasso:] parte corporea priva di grasso.
[1] Par. 2.77: Ancor, se raro fosse di quel bruno / cagion che tu dimandi, o d'oltre in parte / fora di sua materia sì digiuno / esto pianeto, o, sì come comparte / lo grasso e 'l magro un corpo, così questo / nel suo volume cangerebbe carte.
3 Impoverito, spogliato di ogni ricchezza (fig.).
[1] Purg. 9.138: E quando fuor ne' cardini distorti / li spigoli di quella regge sacra, / che di metallo son sonanti e forti, / non rugghiò sì né si mostrò sì acra / Tarpëa, come tolto le fu il buono / Metello, per che poi rimase macra.


Autore: Chiara Murru 02.10.2019 (ultima revisione: 25.02.2020).