impellere v.
Nota:Prima att.
Latinismo da
impellere, verbo registrato nelle
Derivationes: «impello -is -li, quasi intro vel valde pellere» (Cecchini,
Uguccione P 52, 55), che in lat. vale propr. 'spingere dentro o verso' (TLL s.v.
impello, 7, 1.537.13) e «to impart onward motion to» (OLD s.v.
impello, §
2; DMLBS s.v.
impellere, §
2). Nel brano dantesco, il verbo è usato trans. al pass. remoto, sul modello del part.
impulso (cfr. Parodi,
Lingua, p. 259), in rima con :
refulse [95] e :
indulse [97] ed esprime tutta l'intensità del rapido e impetuoso moto in avanti che la forza trasmessa dallo sguardo di Beatrice imprime a Dante, facendolo entrare con un balzo nel Primo Mobile (cfr. Inglese,
ad l.). La potenza espressiva del verbo contribuisce all'immagine del violento slancio del poeta, come sottolineato da Giacalone,
ad l.: «
divelse e
impulse, a parte la solennità dei latinismi poetici, danno l'impressione di una velocità quasi violenta». Nei volgarizzamenti trecenteschi del
Corpus CLaVo il lat.
impellere è in genere reso con
sospingere (es., nelle
Pistole di Seneca (red. II), V.52.1: «cci sospigne là onde noi ci vogliamo alungare» dal lat. «unde recedere cupimus impellit») e più raramente con
muovere e
commuovere,
cacciare,
costringere,
indurre. Tra i commentatori antichi
Francesco da Buti chiosa «spinse». Il v.
impellere ritorna con senso propr. e fig. in altri commenti alla
Commedia (TLIO s.v.).
Varianti. La var.
mi pulse dei codd. Ash Eg Parm Po, se non è frutto di omissione di
titulus, «si potrebbe accettare» (Petrocchi,
ad l.). Il verbo, che qui allude all'idea di movimento propr. come in lat. (cfr. OLD s.v.
pello, §
2; DMLBS s.v.
pellere, §
1), è assente in Dante e risulta att. nell'it. antico in
Gonella Antelminelli, XIII m. col signif. di 'mettere in fuga' (vd. TLIO s.v.
pellere) e in seguito anche di 'percuotere' (cfr. GDLI s.v.
pellere).
Autore: Francesca De Cianni 26.04.2021 (ultima revisione: 01.11.2021).