Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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imparadisare v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia 'mparadisa Par. 28.3.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Formazione verbale parasintetica su Paradiso col pref. in-, di prob. conio dantesco. Imparadisare ricorre una sola volta nella Commedia, a Par. 28.3, dove è rif. a Beatrice, colei che innalza la mente di Dante portandola nella gloria e nel gaudio del Paradiso. Il verbo fa parte del lessico dell'ineffabile (vd.) che caratterizza il Paradiso e, in partic., del nutrito gruppo di neologismi col prefisso in-, utilizzato in modo «seriale» (Contini, Un'idea, p. 200) nella terza cantica (per cui vd. ad es. almeno incielare e indiare). Imparadisare differisce tuttavia dagli altri neologismi costruiti secondo il medesimo meccanismo per due aspetti: non si trova in posizione di rima ed è transitivo, a differenza della maggior parte di questi verbi («riflessivi, o più esattamente medi, e cioè riferiti al soggetto, di cui perciò movimentano metaforicamente la descrizione ontologica, senza propriamente cadere nell'azione», Contini, Il canto XXVIII del Paradiso, p. 15; cfr. anche Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», pp. 455-457). Il verbo è gen. chiosato in modo univoco dai commentatori (ma cfr. Vandelli ad l., che glossa «esalta a gioie paradisiache» per cui vd. anche ED s.v. imparadisare). Francesco da Buti, ad es., spiega «imparadisare è mettere in Paradiso; questo è verbo formato dall'autore allegoricamente, che la santa Scrittura è quella che mette in paradiso la sua mente, e di ciascuno che quella studia con divoto cuore».
1 Innalzare alla gloria e al gaudio del Paradiso.
[1] Par. 28.3: Poscia che 'ncontro a la vita presente / d'i miseri mortali aperse 'l vero / quella che 'mparadisa la mia mente, / come in lo specchio fiamma di doppiero / vede colui che se n'alluma retro, / prima che l'abbia in vista o in pensiero, / e sé rivolge per veder se 'l vetro / li dice il vero, e vede ch'el s'accorda / con esso come nota con suo metro; / così la mia memoria si ricorda / ch'io feci riguardando ne' belli occhi / onde a pigliarmi fece Amor la corda.


Autore: Chiara Murru 01.02.2019 (ultima revisione: 11.12.2021).