Nota:Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Latinismo sul nominativo halos (o sull'accusativo halo, d'origine gr.) prelevato dai testi scientifici di trad. aristotelica, in partic. da Alb. Magno (es. De meteoris, III, 43, 5). Nella trattatistica lat. il termine può trovarsi in concorrenza con corona (es. Sen., Nat. quaest., I, 2, 1: «Hunc Graeci halo vocant, nos dicere coronam aptissime possumus»). Il valore tecnico del sost. dantesco è recepito da Iacomo della Lana (ad l.), che ne precisa anche la fonte: «quel cerculo de vapore che depinge la luxe, çoè lo sole, al tempo che l'aere è alquanto piorno [[...]]; et è appellà tale circulatione dal Filosofo in libro Methaurorum, alo». Cfr. anche Chiose cassinesi (ibid.): «Halo est ille vapor qui cingit lunam in modum circuli»; Chiose falso Boccaccio (ibid.): «il sole si fa di se medesimo un cierchio intorno così chiamato allo». La rarità del termine è prob. all'origine di varie lez. banalizzanti nella trad., come al, allo, il (cigner), recate già da codd. di metà Trecento. La var. allo entra nel testo dell'Ed. Crusca e, presumibilmente intesa come prep. art., viene esclusa da tutte le impressioni del Vocabolario.