galla s.f.
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Commedia |
galle Purg. 14.43 (:). |
Nota:Dal lat.
galla 'cecidio, escrescenza (delle foglie, delle piante)' (DELI 2 s.v.). Il termine occorre come tecnicismo della botanica nella trattatistica scientifica lat. e mediolat. (cfr. TLL s.v.
galla, 6.2, 1678.81); in volg. è att. dalla fine del sec. XIII (cfr. TLIO s.v.
galla 1) con un ampio ventaglio semantico. Già in lat. risulta frequente, in partic., il rif. di
galla alla quercia e alle deformazioni tumorali di forma rotondeggiante che proliferano tra i suoi rami per reazione all'attacco di parassiti o funghi. Il sost. può identificare anche il frutto di tale albero, la ghianda (cfr. Isidoro,
Etimol., XVII.7.38: «Huius [[
scil. quercuum]] fructus galla appellatur»; Cecchini,
Uguccione, G 14, 6: «Et galla etiam dicitur quedam herba et fructus quercuum, unde fit quasi pulvis ad aptanda coria, qui similiter galla vocatur; unde gallarius vel gallicarius, idest cerdo qui com galla operatur...»). In tal senso andrà dunque intesa anche la
galla dantesca – di cui sono degni i «brutti porci» (v. 43) del Casentino –, in accordo con gli antichi esegeti (es. Benvenuto da Imola,
ad l.: «
più degni di galle, idest glandibus, quae sunt cibi porcorum»;
Francesco da Buti,
ad l.: «
più degni di galle; cioè ghiande,
che d'altro cibo: chi tiene li costumi del porco è degno d'essere cibato come porco»).
1 [Bot.] Lo stesso che ghianda (
estens.). || Propr. Escrescenza (delle piante ghiandifere).
[1] Purg. 14.43: Tra brutti porci, più degni di galle / che d'altro cibo fatto in uman uso, / dirizza prima il suo povero calle.
Autore: Barbara Fanini 13.04.2021 (ultima revisione: 11.06.2021).