Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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fuga s.f.
Frequenza:
Commedia 3 (1 Inf., 2 Purg.).
Lista forme e index locorum:
Commedia fuga Inf. 30.72 (:), Purg. 3.1 (:), 13.119.
Locuz. e fras.: Mettere in fuga 1, volgere nei passi di fuga 1.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. fugam (DELI 2 s.v. fuggire), il sost. è att. in volg. sin dalla metà del XIII sec. (vd. TLIO s.v. fuga). Nella Commedia il vocabolo ricorre sia in senso propr. (isolatamente e in struttura fraseologica) sia in espressione fig. (§ 1 [3]). A Purg. 3.1 la «subitana» fuga, che riprende il fuggire (vd.) di Purg. 2.131, indica il repentino e disordinato allontanarsi dalla spiaggia al monte delle anime purganti, richiamate dall'adirato Catone al loro dovere di penitenti. Sul calco della locuz. verb. volgere in fuga, Dante utilizza, nel racconto di Sapia, l'espressione volgere ne li (amari) passi di fuga (Purg. 13.119), con cui intende «rappresentare la disfatta e l'amarezza indicibile della fuga» (Pietrobono, ad l.) dei ghibellini senesi che, costretti dai guelfi fiorentini a ritirarsi dolorosamente dal campo di battaglia di Colle Val d'Elsa, cercano riparo verso la propria città, come già interpreta il Vellutello («furono misi in fuga», ad l.; cfr. anche GDLI s.v. fuga § 16). L'espressione mettere in fuga di Inf. 30.72 offre in it. antico numerosi ess., perlopiù col senso propr. di 'far fuggire' (cfr. TLIO s.v. fuga § 1.1.1). Nel contesto dantesco la polirematica, utilizzata con ogg. dir. sospiri (vd. TLIO s.v. sospiro § 1), assume l'accezione fig. di 'mandare fuori, emettere' («per farmi respirare» Bellomo, ad l.; «spremermi sospiri più profondi» Inglese, ad l.) per indicare la condizione di maestro Adamo, indotto a una profonda e accorata emissione di sospiri, nel ricordo assiduo delle acque del Casentino, di cui non può più godere. Il trasl. è ben inteso da Francesco da Butiad l., che glossa: «cioè a farmi sospirar più spesso: il sospiro è esaltazione del cuore: lo cuore, quando à alcuna tristizia per cosa ch'elli desidera e non la può avere, s'apre nel desiderio, e poi si chiude venendoli fallito; e così fa mettere fuori l'impeto del fiato, e però si chiama sospiro, perchè è spirito che viene da alto; cioè dal cuore» (per cui, vd. anche Crusca (5) s.v. fuga, § XXIX).
1 Allontanamento improvviso e precipitoso da un luogo per scampare a pericoli o danni.
[1] Purg. 3.1: Avvegna che la subitana fuga / dispergesse color per la campagna, / rivolti al monte ove ragion ne fruga, / i' mi ristrinsi a la fida compagna:...
Volgere nei passi di fuga: indurre qno a fuggire.
[2] Purg. 13.119: Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari / passi di fuga; e veggendo la caccia, / letizia presi a tutte altre dispari, / tanto ch'io volsi in su l'ardita faccia, / gridando a Dio: "Omai più non ti temo!", / come fé 'l merlo per poca bonaccia.
Mettere in fuga (i sospiri): lasciare libero corso (ai sospiri) (fig.).
[3] Inf. 30.72: La rigida giustizia che mi fruga / tragge cagion del loco ov' io peccai / a metter più li miei sospiri in fuga


Autore: Francesca De Cianni 01.02.2019 (ultima revisione: 29.10.2021).