fiorino s.m.
Nota:Dimin. di
fiore (vd.), utilizzato anche per il nome del «duca» romano eponimo di Firenze, Fiorino (cfr.
Giovanni Villani [ed. Porta], L. 1, capp. 34-36). Il lemma trova tre occ. anche nel
Fiore e un ampio uso già nella poesia duecentesca, soprattutto comica (per una panoramica, vd. almeno Canettieri,
Il Fiore
e il fiorino). Dante utilizza
fiorino nelle parole di maestro Adamo (vd.
monetiere), che dichiara di aver alterato il metallo prezioso della moneta fiorentina con tre carati di
mondiglia (vd.). Ciò comporta che il
fiorino di cui il monetiere parla sia quello d'oro puro, di peso fisso, corrispondente a 1/96 di una libbra d'oro o a 1/8 d'oncia, coniato per decisione del primo Popolo a partire dal novembre 1252 e recante sulle sue facce san Giovanni Battista, patrono della città, e il fiore di giaggiolo (vd.
giglio), emblema araldico di Firenze, come ci racconta anche
Giovanni Villani (ed. Porta), L. 7, cap. 53. D’altra parte, un’att. di
florenum del 1237 dimostra che la parola
fiorino, inizialmente, poteva indicare il
fiorino grosso d’argento; nel corso del sec. XIII, poi, tutte le monete sonanti, argentee e auree, di Firenze «derivarono il nome dalla città:
fiorino grosso d’argento,
fiorino d’oro e
fiorino picciolo (in ordine cronologico). Alla fine si chiamava
fiorino solo la moneta d’oro ma – ecco il problema – il termine
fiorino d’oro venne adoperato anche per la moneta di conto» (Goldthwaite-Mandich,
Studi, p. 35; per le monete di conto vd.
suggellare). Dunque, senza considerare le espressioni usate per le monete di conto, inizialmente, almeno nei doc. pratici, la parola
fiorino, quasi sempre accompagnata da ulteriori specificazioni, di per sé indicava la 'moneta coniata dalla Zecca di Firenze', e solo successivamente, non accompagnata da altre specificazioni, si affermò mano a mano per indicare la ‘moneta d’oro di Firenze’, come d’altro canto accade in Dante. Per un inquadramento materiale, storico ed economico sul
fiorino e sul suo sistema monetario, si rinvia anche a
denaro e
moneta (vd.), a ED s.v.
fiorino e alla seguente bibliografia: Bernocchi,
Le monete; Castellani,
Nuovi testi, Glossario s.v.
fiorino; Cipolla,
Il fiorino; Goldthwaite,
L'economia, in partic. pp. 75-82 e 829-835; Goldthwaite-Mandich,
Studi; Spufford,
The first century; Travaini,
Il fiorino d'oro;
Le Zecche italiane, I, s.v.
Firenze, in partic. pp. 667-681. Nella
Commedia Dante, per indicare la moneta più importante in Occidente nel basso Medioevo, si serve anche di altre immagini, che sfruttano, per via figurale, le effigi impresse sulle sue facce: «la lega suggellata del Battista» (a
Inf. 30.74, pochi versi prima dell'occ. di
fiorino; vd.
lega 1 e
suggellare); «il maladetto fiore» (a
Par. 9.130; vd.
fiore); «colui che volle viver solo / e che per salti fu tratto al martiro» (
Par. 18.134-135); infine, sebbene i critici non siano del tutto concordi, c'è chi riconosce il
fiorino all'interno della dizione «città che nel Batista / mutò 'l primo padrone» (
Inf. 13.143-144). Per una bibliografia in merito e per il valore altamente simbolico di tali immagini, si rinvia almeno a Artale,
«Dal fiorin d'oro d'amor», pp. 135-136; Carpi,
La nobiltà, in partic. pp. 193-252 (e note alle pp. 299-321); Tavoni,
Qualche idea, in partic. pp. 184-200.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 08.05.2019 (ultima revisione: 22.07.2019).