Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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fiorino s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Altre opere3 (3 Fiore).
Lista forme e index locorum:
Commedia fiorini Inf. 30.89 (:).
Altre opere fiorin' Fiore 149.8; fiorini Fiore 53.6, 126.3 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dimin. di fiore (vd.), utilizzato anche per il nome del «duca» romano eponimo di Firenze, Fiorino (cfr. Giovanni Villani [ed. Porta], L. 1, capp. 34-36). Il lemma trova tre occ. anche nel Fiore e un ampio uso già nella poesia duecentesca, soprattutto comica (per una panoramica, vd. almeno Canettieri, Il Fiore e il fiorino). Dante utilizza fiorino nelle parole di maestro Adamo (vd. monetiere), che dichiara di aver alterato il metallo prezioso della moneta fiorentina con tre carati di mondiglia (vd.). Ciò comporta che il fiorino di cui il monetiere parla sia quello d'oro puro, di peso fisso, corrispondente a 1/96 di una libbra d'oro o a 1/8 d'oncia, coniato per decisione del primo Popolo a partire dal novembre 1252 e recante sulle sue facce san Giovanni Battista, patrono della città, e il fiore di giaggiolo (vd. giglio), emblema araldico di Firenze, come ci racconta anche Giovanni Villani (ed. Porta), L. 7, cap. 53. D’altra parte, un’att. di florenum del 1237 dimostra che la parola fiorino, inizialmente, poteva indicare il fiorino grosso d’argento; nel corso del sec. XIII, poi, tutte le monete sonanti, argentee e auree, di Firenze «derivarono il nome dalla città: fiorino grosso d’argento, fiorino d’oro e fiorino picciolo (in ordine cronologico). Alla fine si chiamava fiorino solo la moneta d’oro ma – ecco il problema – il termine fiorino d’oro venne adoperato anche per la moneta di conto» (Goldthwaite-Mandich, Studi, p. 35; per le monete di conto vd. suggellare). Dunque, senza considerare le espressioni usate per le monete di conto, inizialmente, almeno nei doc. pratici, la parola fiorino, quasi sempre accompagnata da ulteriori specificazioni, di per sé indicava la 'moneta coniata dalla Zecca di Firenze', e solo successivamente, non accompagnata da altre specificazioni, si affermò mano a mano per indicare la ‘moneta d’oro di Firenze’, come d’altro canto accade in Dante. Per un inquadramento materiale, storico ed economico sul fiorino e sul suo sistema monetario, si rinvia anche a denaro moneta (vd.), a ED s.v. fiorino e alla seguente bibliografia: Bernocchi, Le monete; Castellani, Nuovi testi, Glossario s.v. fiorino; Cipolla, Il fiorino; Goldthwaite, L'economia, in partic. pp. 75-82 e 829-835; Goldthwaite-Mandich, Studi; Spufford, The first century; Travaini, Il fiorino d'oroLe Zecche italiane, I, s.v. Firenze, in partic. pp. 667-681. Nella Commedia Dante, per indicare la moneta più importante in Occidente nel basso Medioevo, si serve anche di altre immagini, che sfruttano, per via figurale, le effigi impresse sulle sue facce: «la lega suggellata del Battista» (a Inf. 30.74, pochi versi prima dell'occ. di fiorino; vd. lega 1 suggellare); «il maladetto fiore» (a Par. 9.130; vd. fiore); «colui che volle viver solo / e che per salti fu tratto al martiro» (Par. 18.134-135); infine, sebbene i critici non siano del tutto concordi, c'è chi riconosce il fiorino all'interno della dizione «città che nel Batista / mutò 'l primo padrone» (Inf. 13.143-144). Per una bibliografia in merito e per il valore altamente simbolico di tali immagini, si rinvia almeno a Artale, «Dal fiorin d'oro d'amor», pp. 135-136; Carpi, La nobiltà, in partic. pp. 193-252 (e note alle pp. 299-321); Tavoni, Qualche idea, in partic. pp. 184-200.

1 [Numism.] Moneta d’oro fino, coniata dalla Zecca di Firenze, recante su una faccia san Giovanni Battista, patrono della città, e sull’altra il fiore di giaggiolo, emblema araldico di Firenze.
[1] Inf. 30.89: Io son per lor tra sì fatta famiglia; / e' m'indussero a batter li fiorini / ch'avevan tre carati di mondiglia.


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 08.05.2019 (ultima revisione: 22.07.2019).