Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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aguglia s.f.
Frequenza:
Commedia 10 (1 Inf., 4 Purg., 5 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia aguglia Inf. 27.41, Purg. 9.20, 32.125, 33.38, Par. 1.48, 18.107, 20.26, 26.53; aguglie Purg. 10.80, Par. 20.32.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. *aculea (LEI s.v. aquila, 3a, 640.10). Le caratteristiche dell’aquila dantesca sono quelle della cultura medievale: la straordinaria potenza visiva dell’animale (già nei classici, cfr. Lucano, La Farsaglia IX 902-905), di Par. 1.48, e la capacità di volare più in alto degli altri uccelli, come a Inf. 4.96 (vd. aquila e cfr. anche l’aquila ‘astripeta’ di De vulg. 2.4.11). L’abilità nel volo e la capacità di scendere in picchiata repentinamente e rapidamente – già nella Bibbia (cfr. Baraldi, Il simbolismo) –, sono menzionate a Purg. 32.125 (e 32.112, dove l’animale è detto «uccel di Giove»). L’immagine dell’aquila che si forma nel cielo di Giove (a Par. 18.107 e 20.26), come in figura araldica (cfr. Carrega, Aquile, p. 288), non è imitazione delle «aguglie mortali» (Par. 20.32), ma «benedetta immagine» (Par. 19.95) e, anzi, il modello archetipico che è nella mente divina (Calenda, L’mmaginazione, p. 199): «Quei che dipinge lì, non ha chi ’l guidi; / ma esso guida, e da lui si rammenta / quella virtù ch’è forma per li nidi» (Par. 18.109-111). Le insegne militari dell’antica Roma a Purg. 10.80 sono forse intese impropriamente (cfr. Chiavacci Leonardi, p. 305); in realtà Dante indica le insegne imperiali così com’erano al suo tempo: aquile (nere) in campo d’oro (cfr. Ep. 4.12: «cum advolaverit aquila in auro terribilis»). A Par. 6.1, aquila (vd.), indica estensivamente l’impero e la sua capitale; con il signif. traslato indicante il ‘potere imperiale romano’, «signo aquile» si recupera ancora in due luoghi della Mon. (2.9.15 e 2.11.6).
Varianti.  Nell’Italia settentr. («con irradiazione in Toscana», LEI s.v. aquila 3a, 663.25 IIIa 663 25) si diffusero i derivati del lat. aquila, con spostamento dell’accento: *aquilea (ivi 649) e *aculea (ibid.), che spiegano rispettivamente il tipo aguiglia (per cui cfr. Romanini, Codici, p. 390) e aguglia. I due tipi aquila (vd.) e aguglia  si alternano nella tradizione del testo della Commedia, lasciando intendere una perfetta sovrapponibilità semantica (cfr. TLIO s.vv. aquila e aguglia). La scelta degli editori a favore dell’uno o dell’altro, se talvolta dipende da ragioni metriche (cfr. Petrocchi, Introduzione, p. 418 – ma non è sempre significativo lo spostamento dell’accento), talaltra si deve a ragioni stilistiche: possono confrontarsi le diverse soluzioni adottate in Inf. 4.96 (per cui si veda Nencioni, Struttura, p. 5) e Inf. 27.41 (per cui cfr. Inglese ad l.). E ancora Par. 1.48 dove, nell’ed. Chiavacchi Leonardi, aquila è preferita ad aguglia, e per ragioni metriche e per ragioni stilistiche.
1 [Zool.] Lo stesso che aquila.
[1] Par. 1.48: Fatto avea di là mane e di qua sera / tal foce, e quasi tutto era là bianco / quello emisperio, e l'altra parte nera, / quando Beatrice in sul sinistro fianco / vidi rivolta e riguardar nel sole: / aguglia sì non li s'affisse unquanco.
[2] Par. 20.32: «La parte in me che vede e pate il sole / ne l'aguglie mortali», incominciommi, / «or fisamente riguardar si vole...
[In sogno o in una visione].
[3] Purg. 9.20: in sogno mi parea veder sospesa / un' aguglia nel ciel con penne d'oro, / con l'ali aperte e a calare intesa...
[4] Purg. 32.125: Poscia per indi ond' era pria venuta, / l'aguglia vidi scender giù ne l'arca / del carro e lasciar lei di sé pennuta...
[5] Purg. 33.38: Non sarà tutto tempo sanza reda / l'aguglia che lasciò le penne al carro, / per che divenne mostro e poscia preda...
2 [Arald.] Ciascuna delle insegne militari romane.
[1] Purg. 10.80: Intorno a lui parea calcato e pieno / di cavalieri, e l'aguglie ne l'oro / sovr' essi in vista al vento si movieno.
2.1 [Arald.] [Blasone familiare].
[1] Inf. 27.41: Ravenna sta come stata è molt' anni: / l'aguglia da Polenta la si cova, / sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
2.2 [Figura composta dalle anime dei giusti nel Cielo di Giove].
[1] Par. 18.107: resurger parver quindi più di mille / luci e salir, qual assai e qual poco, / sì come 'l sol che l'accende sortille; / e quïetata ciascuna in suo loco, / la testa e 'l collo d'un' aguglia vidi / rappresentare a quel distinto foco.
[2] Par. 20.26: E come suono al collo de la cetra / prende sua forma, e sì com' al pertugio / de la sampogna vento che penètra, / così, rimosso d'aspettare indugio, / quel mormorar de l'aguglia salissi / su per lo collo, come fosse bugio.
3 Simbolo e appellativo dell’apostolo Giovanni.
[1] Par. 26.53: Non fu latente la santa intenzione / de l'aguglia di Cristo, anzi m'accorsi / dove volea menar mia professione.


Autore: Francesca De Blasi 01.09.2017 (ultima revisione: 27.04.2018).