Nota:Dal lat. heliotropium (DEI s.v. eliotropio²), ma heliotropia già in Isidoro, Etym., e solo forme al femm. ricorrono nei testi delle Origini (aritropia, elitropia, heletropia, itropica, retropia, ritropia: cfr. TLIO s.v. elitropia (2)). Hapax nella Commedia, il sost. ricorre in Inf. 24.93 nella descrizione della pena dei ladri che, se in vita hanno trovato sempre nascondigli furtivi, ora per contrappasso sono dannati a fuggire allo scoperto, senza possibilità di rimedio, con le mani legate da serpi (vd. serpe). Tra le varie proprietà che a partire dalla Naturalis historia di Plinio sono attribuite alla pietra (identificabile come una varietà di calcedonio) vi è infatti quella di rendere invisibile chi la porta (virtù attribuitale anche nella celeberrima novella di Calandrino in Decameron, VIII 3), nonché quella di immunizzare dai veleni: cfr. la chiosa di Benvenuto da Imola, sulla base di Alberto Magno, ad l.: «heliotropia est lapis viridis, smeragdo similis, respersus sanguineis guttis, qui secundum Albertum dicitur reddere hominem bonae famae et incolumem, et valet contra venena. Ideo bene fur voluisset libenter invenire heliotropiam, ut fugeret infamiam, acquireret salutem, et vitaret venenum serpentis persequentis».