Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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cozzare v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Lista forme e index locorum:
Commedia cozzaro Inf. 32.51.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Da coccia (a sua volta dal lat. volg. *cocea in luogo del classico cochlea) attraverso la «var. non toscana còzza nel sign. di 'cranio, corna'» (Nocentini s.v. coccia), sebbene in it. antico cozzare conti occ. esclusivamente tosc. (cfr. TLIO s.v. cozzare; Corpus OVI). Fin dalle sue prime att. duecentesche, il verbo ricorre col signif. propr. riconducibile all'azione, tipica di certi animali dotati di corna, di urtare violentemente contro qsa con la testa. Più tardi sono, invece, i signif. estens. di 'urtare contro qsa o qno' e 'scontrarsi con qno o qsa' (cfr. TLIO s.v.; Corpus OVI). Nell'occ. di Inf. 32.51 cozzare, usato con valore assol., ricorre nella similitudine che descrive lo scontro rabbioso dei due fratelli saldati insieme nel ghiaccio del Cocito, i quali sono paragonati a due caproni (vd. becco [2]) che si urtano a vicenda con le corna. Chiavacci Leonardi ad l. rintraccia un prob. precedente del passo in Georg., II, 256: «inter se adversis luctantur cornibus haedi». Nella Commedia è att. anche la forma verbale perifrastica dare di cozzo (vd. cozzo), che assume lo stesso signif. di cozzare. A tal proposito, si segnala che nel commento di Giovanni BoccaccioInf. 9.97 («Che giova ne le fata dar di cozzo?») ricorre per la prima volta la locuz. verb. cozzare col muro ('ostinarsi a voler tentare qsa di impossibile'), che verrà registrata a partire da Crusca (4) («Cozzar col muro, o co' muricciuoli, o simili, dicesi di chi tenta cose impossibili, o si mette a contrastare con chi è più potente di sé») e conoscerà una grande fortuna che si protrae fino ai giorni nostri (cfr. GDLI e GRADIT s.v. cozzare).
1 Assol. Sbattere violentemente la testa l'uno contro l'altro (estens.). ||  Propr. Urtare (contro qsa) con le corna (detto di animali).
[1] Inf. 32.51: e poi ch'ebber li visi a me eretti, / li occhi lor, ch'eran pria pur dentro molli, / gocciar su per le labbra, e 'l gelo strinse / le lagrime tra essi e riserrolli. / Con legno legno spranga mai non cinse / forte così; ond' ei come due becchi / cozzaro insieme, tanta ira li vinse.


Autore: Francesca Spinelli 06.04.2024 (ultima revisione: 30.09.2024).