corata s.f.
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Commedia |
corata Inf. 28.26. |
Nota:Il sost., da
*corata (cfr. DELI 2 s.v.), è att. in it. dalla metà del Duecento (cfr. TLIO s.v.
corata). Esso è tuttavia già doc. in un regesto lat. d'area lig. datato 1188 (cfr. Aprosio,
Vocabolario, vol. I, p. 301). Nel passo dantesco
corata, che complessivamente indica gli organi vitali interni dell'uomo (es. Benvenuto da Imola,
ad l.: «la corata, sicut cor, epar, splen invicem ligata»), viene ad accrescere la serie lessicale dei termini connotati in senso realistico e volgare –
minugia,
sacco,
merda (vd.) – con cui il poeta rappresenta la vile condizione degli scismatici e di Maometto in particolare.
1 [Anat.] Gli organi interni dell'uomo nel loro insieme, viscere.
[1] Inf. 28.26: Tra le gambe pendevan le minugia; / la corata pareva e 'l tristo sacco / che merda fa di quel che si trangugia.
Autore: Barbara Fanini 13.07.2017 (ultima revisione: 26.09.2018).