Vocabolario Dantesco
balco s.m.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia balco Purg. 9.2.
Purg. 9.2: balço Ga (su corr. d'altra mano) Laur Mad - Ed. Crusca (balco in marg.).
Germanismo dal longob. *balko/*palko (LEI Germanismi s.v., 1, 127.26). La prima att. del termine (nel senso di ‘impalcatura’) è in Cecco Angiolieri, ma non mancano ess. nei testi pratici (cfr. TLIO s.v. balco). Si osservi che balco (come anche balcone, per cui cfr. Conv. 3.8.9) è att. sin dal lat. mediev. (oltre alla già cit. voce del LEI Germanismi, cfr. GDT s.v. balco). Dal punto di vista semantico esso in antico solitamente indica una struttura lignea di varia funzione e architettura; nella fattispecie, nel passo dantesco, balco sembra assumere lo stesso signif. di balcone (cfr. TLIO s.v.) e non è ben chiaro se si tratti specificamente di una ‘finestra’ o di un ‘balcone / terrazzo’. A tal proposito cfr. anche Livio Petrucci in TLIO s.v. balcone [Note]: «I contesti non permettono di fissare una precisa distinzione semantica tra finestra e balcone [...]. Scarse le occorrenze che suggeriscono, senza mai garantirla, la presenza d'una struttura aggettante ed eventualmente praticabile». Tutto ciò concorre ad indirizzare verso una definizione generica del lemma.
Varianti.  Balco in parte della tradizione ha come var. balzo (vd.), che Ed. Crusca accoglie a testo. Per questo motivo, fin dalla prima impressione, il Vocabolario della Crusca registra sotto la voce balco solo l'allegazione proveniente dalla novella 72 del Decameron (cfr. Crusca (1) s.v. balco).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 25.05.2017.
Data ultima revisione: 14.05.2018.
1 Apertura nella parete esterna di un edificio (in contesto fig.).
[1] Purg. 9.2: La concubina di Titone antico / già s'imbiancava al balco d'orïente, / fuor de le braccia del suo dolce amico... ||  Var.: balço Ga (su corr. d'altra mano) Laur Mad  –  Ed. Crusca (balco in marg.).