Commedia |
tepe Par. 29.141. |
Latinismo da
tepēre (DEI s.v.
tepere). Unica occ. nella
Commedia,
tepere è uno di quei «latinismi di prima mano, sconosciuti alla tradizione precedente» che nel
Paradiso «tendono a formare delle serie rimiche compatte che condizionano potentemente la fisionomia linguistica e stilistica della cantica» (Manni,
Dante, p. 114). In rima con
recepe (vd.
ricevere) e
concepe (vd.
concepire), anch'essi latinismi estremamente letterari,
tepe significa 'è tiepido' e ricorre in dittologia antinomica con
ferve: se, come si spiega nei vv. precedenti (vv. 136-138), la luce divina è ricevuta (
si recepe) in misura diversa da ciascun angelo, essi proveranno in modo diverso anche la dolcezza dell'amore, «ardente o tiepido secondo la loro attitudine o disposizione a ricevere la luce divina» (Chiavacci Leonardi,
ad l.). Poiché si tratta degli angeli, «il verbo non porta con sé alcuna misura di "freddezza" ma solo una comparazione di "ardore"» (spiega Inglese,
ad l.). Il verbo è att. esclusivamente nella
Commedia e nei commentatori (vd. TLIO s.v.
tepere).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 22.07.2021.