Latinismo da
pondus (vd. Nocentini s.v.) diffusamente att. in testi anteriori alla
Commedia, soprattutto di ambito letterario (cfr.
TLIO s.v.). Il termine, come già in lat., presenta la duplice accezione di ‘
res ponderosa’ e di ‘
qualitas rei ponderosae’ (vd. TLL s.v.
pondus, 10, 2614.1). A
Purg. 11.26 si percepisce maggiormente la prima delle due accezioni, con rif. ai sassi che opprimono i superbi (cfr.
Purg. 10.119), per quanto Andrea Mariani (in ED s.v.) aggiunga che, rispetto alla voce
peso, presente nello stesso canto ai vv. 70 e 75,
pondo ha «un valore più intenso; e perciò di peso non solo materiale ma morale». Per l'occ. di
Par. 25.39, invece, il contesto è fig. e rif. all'intensità dello splendore dei santi Pietro e Giacomo, rappresentati come monti dal peso insostenibile, che piegano di conseguenza lo sguardo di Dante.
Locuz. e fras. Mortal pondo. Priva di precedenti, l'espressione è intesa dalla maggioranza dei commentatori con rif. al peso del corpo del poeta che, in quanto creatura mortale, è destinata a essere riportata sulla terra. Intende diversamente soltanto l’
Ottimo ad l. che parafasa con «mortale mondo» in una riformulazione libera del passo da cui è prob. improprio esigere un’interpretazione puntuale della locuz., e la cui validità è intaccata dalla var. erronea
mondo per
pondo registrata in Co, Mad e Vat (vd. Petrocchi
ad l.).
Autore: Daniele Sorba.
Data redazione: 05.02.2025.
Data ultima revisione: 24.03.2025.