Vocabolario Dantesco
plaustro s.m.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia plaustro Purg. 32.95 (:).
Prima att. Il vocabolo, assai raro in it. antico, è un latinismo da plaustrum (DEI e DELI 2 s.v.), parola viva in tutta la latinità (cfr. DMLBS, TLL e Du Cange s.v. plaustrum). In epoca romana, il plaustrum (o plostrum) era un carro agricolo pesante, a due o a quattro ruote (plaustrum maius), dotato di timone e giogo, trainato da animali da soma, normalmente utilizzato per il trasporto di derrate e merci, o uno dei tipi di carro utilizzati dalle Vestali (cfr. Enciclopedia italiana s.v. plaustro; Smith e TLL s.v. plaustrum). Il vocabolo è ben diffuso in molti poeti classici, tra cui spicca Virgilio (Aen., XI, 138, e soprattutto Georg., I, 163; II, 266 e 444 ecc.), e nei testi cristiani, a partire dalla Bibbia (Gn., 45, 19, 21 e 27; Num., 7, 3 e 6-8 ecc.). Dante utilizza plaustro con il signif. di 'carro a due ruote a trazione animale' (vd. anche carro), ad indicare il mezzo trainato dal grifone, dal quale Beatrice appare nel Paradiso terrestre (Purg. 30.28-33), e che altrove viene nominato anche con i latinismi basterna (vd.) e veiculo (vd.). Tale valore di plaustro è in linea anche con ciò che si deduce dai maggiori lessici mediolatini, come per es. Isidoro (Etimol., XX.12.3): «plaustrum vehiculum duarum rotarum quo onera deferuntur: et dictum plaustrum, quia volvitur, quasi diceret pilastrum» (una glossa assai simile anche in Cecchini, Uguccione, P 87, 30). D'altro canto, anche nei volgarizzamenti dai classici, plaustrum era normalmente tradotto «carro» (cfr. Corpus CLaVoCorpus DiVo), e allo stesso modo viene glossato nei commentatori antichi (per es., Iacomo della Lana o Benvenuto da Imola). Plaustro, dopo Dante, quando ricorre in un componimento poetico, è in rima con claustro (vd.), come accade nella Commedia (cfr. TLIO s.v. plaustro).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 29.04.2020.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Carro a due ruote a trazione animale.
[1] Purg. 32.95: Sola [[Beatrice]] sedeasi in su la terra vera, / come guardia lasciata lì del plaustro / che legar vidi a la biforme fera.