Vocabolario Dantesco
insemprare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia insempra Par. 10.148 (:).
Par. 10.148: si sempra Rb.
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Nello schema della teologia medievale che oppone il tempo (vd.) all'atemporalità, quest'ultima conta una ulteriore distinzione, quella fra l'eternità propria di Dio e l'eternità creata (che durerà senza fine ma che ha avuto un inizio nel tempo), indicata coi nomi latini di aevum o aeviternitas. La prima è caratterizzata da identità permanente, non scorre ed è quindi senza inizio né fine mentre l'evo ha avuto un inizio nel tempo e durerà senza fine (per i concetti appena citati vd. etterno e cfr. Fox, Time and Eternity, in partic. alle pp. 225-308, Anzulevicz, Aeternitas, aevum and tempus). In tale schema il parasintetico di conio dantesco insemprare, avente come sogg. la gioia perfetta, continua e senza fine della condizione paradisiaca, è da considerarsi rif. all'eternità creata, assumendo il valore di alcune occ. dell'avv. sempre (cfr. ED s.v. sempre § 2.1), su cui è costruito.
Varianti.  La tradizione testimonia anche semprare (Rb); resta tuttavia molto più probabile la formazione verbale parasintetica insemprare, costruita secondo un modulo tipicamente dantesco.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 04.11.2019.
1 Pron. Durare immutabile per sempre.
[1] Par. 10.148: così vid' ïo la gloriosa rota / muoversi e render voce a voce in tempra / e in dolcezza ch'esser non pò nota / se non colà dove gioir s'insempra. ||  Var.: si sempra Rb.