Vocabolario Dantesco
insaccare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia insacca Inf. 7.18 (:).
Denominale da sacco (vd.) con il pref. in- (DELI 2 s.v. sacco). Il verbo è att. dagli inizi del sec. XIV, quasi esclusivamente in testi tosc., impiegato soprattutto in ambito mercantile per indicare l'operazione di 'mettere nel sacco di imballaggio (la merce)' (cfr. TLIO s.v. insaccare). Prima di Dante, a parte le occ. più vicine al signif. etimologico del termine, si segnala l'uso del verbo (in forma di part. pass. con funzione agg.) in un contesto fig. accostabile a quello dantesco, con rif. ai dannati ammassati nell'inferno, in Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 16, pag. 131.16: «li dannati staranno come insaccati l'uno sopra l'altro per maggiore tormento». Nella Commedia esso ha un'unica att. a Inf. 7.18, rif. alla discesa nell'Inferno, paragonato a un grande sacco che 'racchiude in sé' e 'contiene' i mali dell'universo. Tale accezione, che si colloca su un piano metaf., risulta strettamente legata all'immagine già evocata da Dante con l'uso del termine bolgia (vd.), propr. 'borsa', per rappresentare le fosse infernali. Infine, tra i commenti moderni, vale la pena citare la glossa 'riceve e accumula' (Sapegno, ad l.), che coglie efficacemente anche il signif. fig. di 'arricchirsi (con avidità)' sotteso in antico al verbo insaccare (cfr. TLIO s.v. insaccare § 1.2).
Autore: Irene Angelini.
Data redazione: 05.12.2023.
Data ultima revisione: 25.03.2024.
1 Racchiudere in sé, contenere (fig.). ||  Propr. Mettere in un sacco.
[1] Inf. 7.18: Quali dal vento le gonfiate vele / caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, / tal cadde a terra la fiera crudele. / Così scendemmo ne la quarta lacca, / pigliando più de la dolente ripa / che 'l mal de l'universo tutto insacca.