Prima att. nella forma masch. Da una base prelat. *
krepp-, *
grepp- 'rupe, luogo scosceso' (Nocentini s.v.
greppo). La voce, appartenente al lessico geomorfologico, risulta già att. in doc. lat. di area tosc. a partire dal X sec. (nella forma masch.) e dall'XI sec. (nella forma femm.) nel signif. di 'fianco dirupato e ripido di un'altura', ma anche come topon. (cfr. GDT s.vv.
greppo, greppa). Ancora oggi ben presente in Toscana: cfr. ALT e Rohlfs,
Appunti, p. 945 (che tuttavia attribuisce la voce prevalentemente all'area settentr.). Nella
Commedia greppo, in rima "dura" e unica in tutto il poema con
leppo (vd.) e
Gioseppo, è rif., con una marcata connotazione espressiva, alla conformazione naturale della decima bolgia (vd. Rebuffat,
«Luogo è in inferno detto Malebolge», p. 38 n. 11: «
piovvi in questo greppo, indica la bolgia intera per sineddoche»). Analoga è l'interpretazione prevalente nell'esegesi antica (vd. ad es.
Maramauro ad l.: «loco concavo») e moderna (vd. ad es. Chiavacci Leonardi
ad l.: «fianco scosceso di un fossato»). Si discostano le chiose dell'
Ottimo ad l. (
«greppo è uno vaso rocto dalle latora, e perché è tolto dagli altri usi della casa vi si dà entro mangiare o bere a galline o simili cose») e di Benvenuto
ad l. (che peraltro qualifica la voce come idiotismo fior.:
«greppum appellatur Florentiae vas vile fractum remotum ab usibus domesticis, et deputatum cibo vel potui gallinarum»), i quali sembrano ricollegare la voce a
greppia 'mangiatoia' (vd. TLIO s.v.
greppia), insistendo sulla bassezza e sulla «sconcezza del luogo» (Ottimo
ad l.). Il commento del
Buti ad l. («
greppo è cigliare di fossa e sommità di terra»), ripreso da
Crusca (1-4) s.v.
greppo come def. della voce, rimanda ancora a una conformazione geologica, rif. però a una sopraelevazione del terreno, secondo un'accezione riscontrabile anche nel
Glossario latino-eugubino («Hic
agger, ris id est la siepe vel lo greppo») e analogamente in Uguccione da Pisa (cfr. Cecchini,
Uguccione, G 46, 17: «et hic
agger, -is, idest cumulus terre sursum elevate, et etiam cuiuslibet rei coacervantia potest dici
agger, unde
agger dicitur media strate eminentia, coacervatis lapidibus strata [...]»). Per tutto vd. anche TLIO s.v.
greppo1; Ferretti Cuomo,
Parole, pp. 207-209; Manni,
Dante, p. 189; Viel,
«Quella materia ond'io son fatto scriba», pp. 260-261. Per altri lemmi con cui Dante allude alle bolge vd.
bolgia.
Autore: Francesca Spinelli.
Data redazione: 13.07.2022.
Data ultima revisione: 13.07.2022.