Vocabolario Dantesco
etico s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia etico Inf. 30.56.
Deriva dal gr. hektikos, attraverso il lat. hecticus. Termine med. rif. al malato affetto da febbre etica, già segnalato da Contini, Sul XXX dell’«Inferno», p. 163, tra le «immagini precisamente patologiche» che caratterizzano il canto, e che includono anche, fra i tipi di febbre, la febbre aguta (vd. febbre). Cfr. già i commentatori a Inf. 30.56: Benvenuto da Imola: «ethica est febris occulta, paulatim exsiccans et consumens corpus»; Guido da Pisa «Ethyca est febris que consumit naturalem humiditatem in corpore et totam cutem facit aridam et duram, et quasi dissolvit compages membrorum». Come dimostrato da Bartoli, Etico, a partire da un’errata traduzione ottocentesca di Benvenuto da Imola (ethica come etisia), prob. favorita dalle contemporanee scoperte sul morbo della tubercolosi, si diffuse nell’esegesi di Inf. 30.56 un’interpretazione di etico come ‘tisico’ (così ancora Lombardi in ED), quando invece il termine tecnico designa, secondo la medicina classica e mediev., il malato di febbre etica (che è altro dalla tisi), ovvero un «soggetto macilento e assetato con febbre continua da più di tre giorni» (Bartoli, Etico, p. 102).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 23.12.2016.
Data ultima revisione: 22.05.2018.
1 [Med.] Chi è affetto da febbre persistente e grave deperimento organico.
[1] Inf. 30.56: La grave idropesì, che sì dispaia / le membra con l'omor che mal converte, / che 'l viso non risponde a la ventraia, / faceva lui tener le labbra aperte / come l'etico fa, che per la sete / l'un verso 'l mento e l'altro in su rinverte.