Commedia |
eclissi Par. 2.80, 27.35, 29.102. |
Altre opere |
eclipsi Conv. 2.3.6.
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Latinismo da
eclipsis, di derivazione
gr. (DELI 2 s.v.
eclissi). Il termine è att. in volg. dalla fine del sec. XIII (le prime occ. si rilevano nei trattati scientifici di
Restoro d'Arezzo e di
Zucchero Bencivenni; vd.
TLIO s.v.): predominano le forme uscenti in
-i e sono frequenti le scrizioni dotte con conservazione del digramma
-ps-; resta variabile il genere, nei rari casi in cui è determinabile (per una sua distribuzione, cfr. ancora
TLIO s.v., §
0.5). Nell’opera dantesca è masch. l’occ. del
Convivio, in cui il fenomeno dell’
eclissi (solare) è descritto puntualmente: «sì come nello eclipsi del sole appare sensibilemente la luna essere sotto lo sole...» (ivi, 2.3.6). Come nota Rita Librandi, mentre nel trattato il richiamo all'evento astr. si colloca su un piano puramente fisico, «nella
Commedia è immesso, come sempre, in una rete più ampia di connessioni ed è associato, per la prima volta in un testo volgare, alla narrazione evangelica della morte di Cristo» (Ead.,
Dante e la lingua della scienza, p. 86). Nel canto XXVII il rif. a tale misterioso fenomeno – funzionale al parallelismo con l'oscuramento del volto di Beatrice – è soltanto accennato, mentre nel canto XXIX la questione, al contempo scientifica e teologica, trova uno spazio argomentativo più ampio. Per un approfondimento sul tema e sulla posizione dantesca, cfr. ED s.v.
eclissi. Cfr. anche il denominale
eclissare (vd.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 31.05.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.