Vocabolario Dantesco
eccesso s.m.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia eccesso Par. 19.45 (:).
Infinito eccesso 1.
Latinismo da excessus (part. pass. di excedere 'oltrepassare', 'superare'), att. negli scritti teologici col signif. di 'rapimento estatico' (cfr. TLL, s.v., 5, 2.1229.67; Lewis-Short; DMLBS, s.v.; LLT; per l’ambito tomistico vd. Tommaso, Lexicon, s.v. «excessus mentis»), più raramente con rif. al divario incolmabile tra creatore e creato (cfr. ad es. Bonaventura, De myst. Trinit., III, 1: «summum bonum excedit omne creatum bonum excessu improportionali»; cfr. LLT). A quest'ultimo concetto rimanda l'occ. di eccesso nella Commedia, che ha una significativa rispondenza nell'uso di excessus in Ep. 13.2.5 («Quidni, cum etiam Dei et hominis amicitia nequaquam impediatur excessu?»), dove si ammette la possibilità di una relazione di amicizia tra l'uomo e Dio nonostante l'infinita disparità tra le due parti (cfr. Azzetta, Epistola XIII, pp. 332-334). L'uso del termine in questa accezione non trova ulteriori att. in it. antico (cfr. Azzetta, cit., p. 334; TLIO s.v. eccessoCorpus OVI). Per la locuz. infinito eccesso e i suoi riscontri nella trattatistica filosofica e teologica due-trecentesca vd. Locuz. e fras. Partic. rilievo assume la var. eccesso in luogo di eccelso (vd.) a Par. 29.142 («Vedi l'eccelso omai / e la larghezza / de l'etterno valor»), lez. tràdita dai mss Ash, Fi, Ham, Mad, Mart, Rb, Triv (nella forma excesso) e Co (nella forma eccesso), condivisa anche da alcuni commentatori (Francesco da Buti e Cristoforo Landino ad l.) e promossa a testo da Lanza, secondo cui «la lezione vulgata [scil. eccelso] è una banale facilior». Petrocchi, ad l., ritiene che «eccesso dovrebbe essere spiegato come 'superlativa eccedenza' [...], ma si può fondare su un mero trascorso di lettura». Nonostante sia preferibile l'agg. sost. eccelso per il rif. all'altezza suprema dell'«etterno valor» e perché, come ricorda Inglese (ed. critica) ad l., «diversamente dalla larghezza del suo valore, l'infinito eccesso [...] del Logos sulla Creazione non è [...] cosa che si dia a "vedere" nei beati-specchi o altrove», la var. eccesso acquisisce validità all'interno del passo col signif. di 'sovrabbondanza' della potenza divina (rispetto all'universo). Eccesso è ritenuta var. autorevole anche da Azzetta (cit., p. 334).

Locuz. e fras. 
L'espressione infinito eccesso ricalca la rispettiva costruzione lat., in uso nella trattatistica filosofica e teologica due-trecentesca, rif. all'infinita sproporzione tra il Motore immobile e le altre sfere celesti (cfr. Alberto di Sassonia, Quaest. in Arist. De caelo, I 14: «Non potest dici quod infinite, quia tunc oporteret esse excessum infinitum, nec aliquis excessus finitus sufficeret ad inchoandum motum») o, più generic., a quella di Dio rispetto al creato (cfr. Tommaso d'Aquino, Super De Trinitate, II, 2.3: «Et sic etiam est proportio creaturae ad Deum ut causati ad causam et cognoscentis ad cognoscibile, sed propter infinitum excessum creatoris super creaturam non est proportio creaturae ad creatorem»; Id., Summa theol., II.II 81.4: «Deo autem competit singularis excellentia, inquantum omnia in infinitum transcendit secundum omnimodum excessum»; Tommaso di San Vittore, In libros Dionysii, II: «ex patriarchia, id est paternitate eterni Patris que est principalis origo omnis paternitatis, segregata ab omnibus per infinitum excessum»). Per tutto cfr. LLT. Nel luogo dantesco, il sintagma infinito eccesso si configura dunque come un cultismo teologico, con cui si indica l'incolmabile sproporzione tra Dio, creatore e primo motore di tutto l'universo, e l'universo stesso.
Autore: Francesca Spinelli.
Data redazione: 03.10.2023.
Data ultima revisione: 10.11.2023.
1 [Relig.] [Con rif. alla potenza divina:] infinito eccesso: condizione di illimitata superiorità (rispetto alla finitezza del creato).
[1] Par. 19.45: «Colui che volse il sesto / a lo stremo del mondo, e dentro ad esso / distinse tanto occulto e manifesto, / non potè suo valor sì fare impresso / in tutto l'universo, che 'l suo verbo / non rimanesse in infinito eccesso.