Commedia |
2 (1 Inf., 1 Par.). |
Commedia |
coltura Inf. 20.84, Par. 12.119. |
Altre opere |
cultura Conv. 4.7.4, 4.22.12.
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Mala coltura 1, sanza coltura 2.
Dal lat.
cultura (DELI 2 s.v.
coltivare). Il sost. è att. nell'it. antico (con alternanza di
o/u in protonia) sin dai primi decenni del sec. XIII nel signif. di 'pianta o campo coltivati', mentre la prima att. col senso primario di 'atto del coltivare' è nelle
St. de Troia e de Roma Amb., del 1252/58 (cfr. TLIO s.v.
coltura 1). Nel poema Dante utilizza il vocabolo in entrambe le accezioni agricole. In partic., l'espressione
mala coltura di
Par. 12.119 è impiegata per indicare la cattiva attività lavorativa dei campi nel contesto fig. ispirato alla parabola evangelica della zizzania (
Matth. 13, 24-30), in cui è espressa la dura condanna ai frati che si sono allontanati dalla regola francescana (cfr. Inglese [ed. comm.],
ad l.). Benvenuto da Imola interpreta come «malorum operum». L'occ. di
Inf. 20.84 indica invece, in senso concreto, le coltivazioni stesse, di cui è privo, oltre agli abitanti, il territorio su cui sorse la città di Mantova, al centro dell'area paludosa formata dal fiume Mincio. In questo caso, i commentatori, a partire dai più antichi (ad es.
Francesco da Buti: «
sanza cultura, cioè lavorio»; Benvenuto da Imola: «sine cultu terrae»), interpretano correttamente
sanza coltura 'incolta', con rif. a
terra (per cui vd.
ED s.v.). Il termine ricorre, nella forma
cultura con conservazione della
u protonica, anche in due contesti metaf. di
Conv. 4.7.4 e 4.22.12, rispettivamente nella seconda e nella prima accezione.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 30.04.2021.
Data ultima revisione: 03.05.2023.