Vocabolario Dantesco
adergere v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia aderse Purg. 19.118.
Dal lat. *aderigere, 'sollevare', 'innalzare' (LEI s.v., 1, 645.31), adergere è att. sin dalla seconda metà del Duecento (vd. TLIO s.v. adèrgere). A Purg. 19.118, in rima e in contrapposizione con merse del v. 120 (vd. mergere), è utilizzato in senso fig. ed esprime in modo pregnante il contrappasso che porta gli avari, che in vita non sollevarono mai lo sguardo a Dio, tenendo sempre gli occhi volti alle cose terrene, a stare stesi a terra, con mani e piedi legati e costantemente rivolti verso il terreno (per cui vd. anche ED s.v. Avari e prodighi): una pena che «è veramente convenientissima […] al peccato dell'Avaritia, perciò che come l'occhio dell'intelletto di essi Avari fisso quà giù alle cose terrene, non si aderse, non si levò in alto a contemplar le divine, così la giustitia lì à terra il merse, il sommerse, e profondò» (Daniello, ad l.). Un precedente della rima converse : s'aderse : merse è in Arnaut Daniel, per cui vd. Perugi, Arnaut Daniel in Dante, p. 83.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 16.09.2020.
Data ultima revisione: 02.11.2020.
1 Pron. Sollevarsi (detto dello sguardo) (fig.).
[1] Purg. 19.118: Sì come l'occhio nostro non s'aderse / in alto, fisso a le cose terrene, / così giustizia qui a terra il merse.