Commedia |
ceffo Inf. 17.50, 34.65. |
Francesismo da
chief 'testa, capo' (DELI 2 s.v.
ceffo). In
Inf. 17.50 Dante presenta i dannati del settimo cerchio, gli usurai, accovacciati come cani infestati da mosche e pulci. I commenti di
Jacopo della Lana («ceffo in lingua toscana si è ’l muso») e di Maramauro («col ceffo idest con boca») sottolineano lo specifico valore semantico della voce (cfr. Cella,
Gallicismi, p. 358). Nell'occ. di
Inf. 34.65 il sost. si rif., per meton., alle tre facce di Lucifero, ognuna rappresentata simbolicamente da un colore diverso (
Inf. 34.39-45): qui Dante allude al
nero ceffo, dal quale pende il capo di Bruto che si contorce senza dire parola
(non fa motto v. 66; vd.
motto)
. Tra i commentatori, Benvenuto da Imola chiosa precisandone il lato sinistro: «quel che pende dal nero ceffo, idest, ab ore nigro sinistro Luciferi, èe Bruto» (
ad. l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 07.04.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.