Vocabolario Dantesco
bigoncia s.f.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia bigoncia Par. 9.55 (:).
Da una forma lat. *biconchia/-ius o *bicongia/-ius (LEI s.v., 5, 1476.10, ma l’etimo resta discusso) di cui si rilevano att. sin dal sec. XII in diversi doc. mediolatini secondo una distribuzione geolinguistica ben differenziata (cfr. ibid.). Così come in lat., anche in volg. il sost. conosce un’alternanza di genere sostanzialmente priva di valore semantico: cfr. TLIO s.vv. bigoncia e bigoncio. Il termine, che nel passo dantesco è funzionale ad accrescere il realismo amaro dell’immagine, indica un recipiente molto capiente impiegato in campagna (per es. per la raccolta dell’uva durante la vendemmia; cfr. Benvenuto da Imola, ad l.: «biguncium est vas, quo utuntur tempore vindemiarum ad portandas uvas, apertum et amplum desuper, quod plenum facit dimidiam salmam asini»).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 25.09.2017.
Data ultima revisione: 11.05.2018.
1 Recipiente di legno a doghe privo di coperchio.
[1] Par. 9.55: Troppo sarebbe larga la bigoncia / che ricevesse il sangue ferrarese, / e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia...