Vocabolario Dantesco
fante (2) s.m.
Commedia 2 (2 Purg.).
Commedia fante Purg. 11.66 (:), 25.61 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Da fans (participio di fari), ha il significato di 'chi è in età o ha intelletto sufficiente per esprimersi verbalmente', dunque 'essere dotato di parola'. A Purg. 11.66 l'espressione «ogne fante» è intesa nel senso di «ogni parlante, ogni uomo e donna, fanciulli compresi» (Mattalia ad l.). Tale interpretazione non è tuttavia univoca: altri, connettendo il lemma a fante (1), intendono 'fanciullo, ragazzo' (cfr. ad es. Chiavacci Leonardi e Inglese, ad l.) oppure 'soldato di fanteria' (per tutto vd. anche ED s.v. fante). Nessun dubbio invece su fante a Purg. 25.68, nel discorso di Stazio relativo all'origine dell'anima: si tratta del punto più difficile della dissertazione, che riguarda il modo in cui il feto (vd.) diviene, da animale (vd.), fante. È l'ultimo passaggio, per cui appunto «l'animal» diviene «fante» in virtù del possesso dell’anima razionale. «L'uomo è tale nel momento in cui davvero hic homo intelligit; quindi non prima che lo "spirito novo", che è l'"anima intellettiva", abbia attirato a sé le altre due (la vegetativa e la sensitiva) per farsi con esse "un'alma sola"» (Rossi, «Ma come d'animal divegna fante», p. 201): con questo verso Dante individua l’elemento distintivo dell’essere umano rispetto agli altri animali nella facoltà di linguaggio.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 14.01.2021.
Data ultima revisione: 19.03.2021.
1 Chi è in età o ha intelletto sufficiente per esprimersi verbalmente.
[1] Purg. 11.66: ogn' uomo ebbi in despetto tanto avante, / ch'io ne mori', come i Sanesi sanno, / e sallo in Campagnatico ogne fante
[2] Purg. 25.61: Ma come d'animal divegna fante, / non vedi tu ancor: quest' è tal punto, / che più savio di te fé già errante...