Vocabolario Dantesco
zavorra s.f.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia zavorra Inf. 25.142 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Prima att. Da saburra, che nella parte iniziale sembra legata a sabulu(m) 'sabbia' e in quella finale a una voce di tramite etrusco (DELI 2 s.v. zavorra). Per Viel («Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 399) «è assai probabile che il vocabolo si sia diffuso nel lessico del parlato anche come termine marinaresco, ma con una parallela vitalità popolare, prob. di area settentrionale e ligure». Tra le prime att. in volgare si trova la forma saora nell'Anonimo genovese (v. Corpus OVI). La zavorra è propriamente il materiale pesante posto nella stiva della nave per darle equilibrio e da gettare in mare in caso di necessità: spiega l'Ottimo che «è quella chiaia et sabione che si mette nel fondo della nave per contrapeso». Nella Commedia il vocabolo è utilizzato solo in senso traslato, con una metafora che si riferisce alla settima bolgia (la settima zavorra) e in partic. ai dannati in essa contenuti, i ladri (con rif. al loro gravare al fondo dell’inferno col peso dei loro peccati e della loro miseria); inoltre come la ghiaia e la sabbia costituiscono la zavorra in quanto materiale pesante da utilizzare in ambito marinaresco, allo stesso modo di sabbia e ghiaia sarà composto il fondo della bolgia, sul quale striscia la «terribile stipa di serpenti» (Inf. 25.82-83). Nella definizione si tiene conto anche di quanto affermato da Pagliaro, secondo il quale col vocabolo zavorra Dante non indica generalmente tutti i dannati della settima bolgia, ma una parte di essi: quelli che vede mutare e trasmutare, i peggiori tra i dannati lì collocati, che ne costituiscono dunque il fondo (cfr. Pagliaro, Ulisse, pp. 366-368). Un riassunto della questione relativa all'interpretazione di zavorra si trova anche in Hollander, La settima zavorra, p. 191.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 14.05.2019.
Data ultima revisione: 25.07.2019.
1 [Con rif. a una parte dei dannati della settima bolgia:] peso che giace sul fondo di una cavità (metaf.).|| Propr. materiale pesante posto nella stiva della nave per darle equilibrio e da gettare in mare in caso di necessità.
[1] Inf. 25.142: Così vid' io la settima zavorra / mutare e trasmutare; e qui mi scusi / la novità se fior la penna abborra.