Voce dall'etimo discusso, ma prob. dal germ.
zahn 'dente' e long.
zan (cfr. DELI 2 s.v.
zanna; Castellani,
Introduzione, p. 75 ). L’iniziale
s- in luogo dell’affricata rivela un influsso settentr., con riscontri anche nella Toscana occ. (cfr. DEI, s.v; Rohlfs, par. 169). Prima dell'uso dantesco,
sanna è att. in
Monte Andrea (ed. Minetti) e nell'
Anonimo Genovese (ed. Cocito) (cfr.
Corpus TLIO). Nelle due occ. dantesche, il signif. è quello di 'dente lungo e grosso che sporge dalla bocca', rif. in entrambi i casi a creature infernali: Cerbero (a
Inf. 6.23) e Ciriatto (a
Inf. 22.56), già definito
sannuto (vd.) a
Inf. 21.122 (l'etimologia del nome Ciriatto è suggerita da Dante stesso, che lo qualifica come
sannuto e lo descrive con due zanne laterali sporgenti, come il porco, «ciro» in toscano antico; cfr. Parodi,
Lingua, pp. 355-356, e ED s.v.
Ciriatto). Da
sanna, è prob. coniazione dantesca il verbo
assannare (vd.). Nella forma
sane,
sanna ricorre come var. tarda, «di certo erronea» (Petrocchi,
ad l.) di
scana (vd.) a
Inf. 33.35.